Nicolò ferito dal poliziotto, la verità dall'analisi dei cellulari. Striscioni di solidarietà a Torrette e allo stadio

Pezzi di marmo si staccano dal palazzo ad Ancona: commerciante colpito in pieno mentre apre il negozio. Corsa in ospedale
ANCONA - L'abbraccio degli amici e della Curva Nord dell'Ancona a Nicolò Giommi, il 21enne ferito una settimana fa in via Flavia dal proiettile sparato dalla...

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ANCONA - L'abbraccio degli amici e della Curva Nord dell'Ancona a Nicolò Giommi, il 21enne ferito una settimana fa in via Flavia dal proiettile sparato dalla Beretta d'ordinanza di Alessandro Giordano, poliziotto accusato di tentato omicidio aggravato e relegato agli arresti domiciliari. Ieri mattina, una primo striscione è apparso sul guardrail della rotatoria di via Conca, a due passi dall'ospedale di Torrette dove il 21enne è stato operato per ben due volte per rimarginare la ferita alla coscia. «Forza Nicolò, forza guerriero» riportava lo striscione, a pochi metri dall'ospedale dove nel frattempo il ragazzo è stato dimesso dalla Clinica di Chirurgia Plastica. 


Durante il match


Una seconda dimostrazione di supporto c'è stata durante il match pomeridiano che l'Ancona ha giocato con la Vis Pesaro. Ecco il messaggio dalla Curva Nord, riportato su un mega striscione: «È stata tempesta, tornerà il sereno. Vento in poppa, Nicolò». Il 21enne, tifoso biancorosso, domenica scorso avrebbe dovuto raggiungere Gubbio con i suoi amici per vedere giocare la sua squadra del cuore. Non ha potuto farlo, perchè in via Flavia - attorno alle 4 - è scoppiato il Far West e lui è rimasto ferito alla coscia, all'altezza dell'inguine, dal secondo proiettile sparato dall'agente in forza al Commissariato di Civitanova.

Il primo colpo era stato esploso in aria, dice la difesa del poliziotto, per difendersi dall'aggressione impartita dal gruppetto di amici di Giommi, con cui c'era stato un litigio nelle ore precedenti in discoteca. Il secondo colpo, sempre secondo la versione del pubblico ufficiale, sarebbe partito accidentalmente. Versione totalmente opposta a quella della procura, secondo cui l'agente avrebbe sparato volontariamente, mirando per uccidere il giovane Giommi, che è assistito dall'avvocato Michele Di Ruggero. 

(A sinistra Nicolò Giommi, ferito nella sparatoria, e l'avvocato Michele Di Ruggero)

Per la procura, inoltre, il tentato omicidio è aggravato dalla premeditazione. Per fare luce su questo e sul contesto che ha portato al Far West notturno, verrà passato ai raggi X sia il cellulare del poliziotto, che quello del 21enne ferito. Il conferimento dell'incarico all'analista forense avverrà nei prossimi giorni negli uffici della procura.


La premeditazione, stando all'accusa, starebbe proprio nei messaggi e nei vocali inviati dal poliziotto a Giommi dopo la lite in discoteca: «Venite qui se avete il coraggio, vi ammazzo tutti» avrebbe più volte detto il 40enne, invitando il gruppetto del ragazzo allo scontro, terminato con l'esplosione di due colpi di pistola. E poi: la corsa in ospedale di Giommi; il fermo (non convalidato) del poliziotto. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico