Nessuno vuol comprare l’ex cinema Enel ad Ancona: ottava asta deserta, lo scempio continua

Nessuno vuol comprare l’ex cinema Enel: ottava asta deserta, lo scempio continua
ANCONA Nessuno vuole l’ex cinema Enel. Anche l’ottava asta è andata deserta: è stata battuta venerdì scorso dal giudice delle esecuzioni...

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ANCONA Nessuno vuole l’ex cinema Enel. Anche l’ottava asta è andata deserta: è stata battuta venerdì scorso dal giudice delle esecuzioni immobiliari, ma di investitori interessati all’acquisto non c’è nemmeno l’ombra. E così lo scempio continua. Da tre decenni l’immobile di via San Martino giace in uno stato di degrado totale, occupato a più riprese da vandali, pusher e sbandati, in una circostanza addirittura dato alle fiamme.

 

Il lotto unico

L’asta consisteva in un lotto unico comprendente il garage da 376 mq e una serie di unità, tra appartamenti, magazzini e i locali che un tempo ospitavano il cinema. Ma il prezzo di partenza, 794.674 euro, evidentemente non è ritenuto congruo allo stato in cui versa l’edificio, una vergogna da 6mila mq. Non sono bastati gli sconti da grandi magazzini applicati negli ultimi quattro anni. La prima asta dell’aprile 2020 fissava il prezzo a 4 milioni e 465mila euro. Non si presentò nessuno. Via via la richiesta si è abbassata, riducendosi di quasi 6 volte. Eppure nessuno si è fatto avanti, nemmeno nell’ottava asta. L’immobile era finito nelle mani dell’ufficiale giudiziario dopo il crac della ditta fanese che l’aveva rilevato nel 2009 per 5,5 milioni.

Ma i progetti di rilancio sono andati a vuoto, così come è scaduto il piano di recupero approvato nel 2012: prevedeva 35 abitazioni di social housing distribuite su 4 piani con uffici sul quinto e piccoli negozi di vicinato al piano terra, oltre a due parcheggi. D’altronde, nessuno sembra volersi avvicinare, neppure per affacciarsi al degrado che regna alle spalle della facciata scrostata che dà su via San Martino: lo stesso perito incaricato dal tribunale ha evidenziato «lo stato di cattiva conservazione a causa degli agenti atmosferici e della vetustà», con «crolli di controsoffittature, architravi e solai, lesioni su murature portanti e divisori», per non parlare delle condizioni igieniche da terzo mondo che richiedono «disinfestazione, sanificazione e un intervento di messa in sicurezza statica prima di procedere con i lavori». Già, i lavori: chissà se mai vedranno la luce.

 

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Corriere Adriatico