Ancona, lei fa mutui per lo shopping lui brucia soldi per giocare alle slot

A volte lo shopping diventa malattia
ANCONA - L’altra faccia del Natale non ha il vestito rosso e la barba bianca, ma la silhouette sottile di una carta elettronica che, come una serpe, striscia senza far...

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ANCONA - L’altra faccia del Natale non ha il vestito rosso e la barba bianca, ma la silhouette sottile di una carta elettronica che, come una serpe, striscia senza far rumore e prosciuga conti in banca. Non c’è veleno più potente dell’acquisto fatto per impulso, capace - al pari di una sigaretta o di un bicchiere, perché sempre di dipendenza si tratta - di colmare vuoti e placare ansie. Lo shopping compulsivo, dicono gli esperti, è un fenomeno che colpisce il 6% della popolazione italiana, nel 75% donne tra i 30 e i 40 anni. Ma a Natale e nel periodo dei saldi si raggiungono picchi in cui l’oniomania (così la definì nel 1915 lo psichiatra tedesco Emil Kraepelin) si traduce in un’adrenalinica corsa all’acquisto. La caccia ai regali da mettere sotto l’albero coinvolge tutti, ma per molti è una scusa buona per far felici se stessi, non gli altri. Mai come in questi giorni i conti correnti si tingono di rosso. Finite le feste, gli shopping victim chiedono aiuto. Sono sempre di più coloro che si rivolgono al Servizio per le dipendenze di Ancona, che cura lo shopping compulsivo al pari delle altre dipendenze, come la droga, l’alcol e il gioco d’azzardo. Una 30enne anconetana è arrivata ad accendere un mutuo di 15mila euro per potersi permettere scarpe e vestiti di lusso che spesso neanche ha mai indossato. In poche settimane ha svuotato boutique e il suo conto in banca, soggiogata da un irrefrenabile desiderio d’acquisto. Ironia della sorte: anche il suo compagno è in cura, ma per una spiccata dipendenza dalle slot machine. 
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Corriere Adriatico