Una frazione in lutto, addio a don Mario Serafini: sconfitto dal Covid, da 60 anni era il parroco di Montesicuro

Don Mario Serafini con papa Ratzinger
ANCONA - Si è spento martedì pomeriggio nella Residenza Dorica, dopo un periodo di ricovero all’Inrca, per complicazioni legate al Covid (era ancora positivo)...

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ANCONA - Si è spento martedì pomeriggio nella Residenza Dorica, dopo un periodo di ricovero all’Inrca, per complicazioni legate al Covid (era ancora positivo) don Mario Serafini, mitico parroco di Montesicuro, dove è rimasto per quasi 60 anni e dove, dal suo arrivo nel marzo 1953, diede impulso al presepe artistico visitato ogni anno da migliaia di persone.  

 

 
Don Mario era il più anziano sacerdote diocesano, nato il 17 agosto 1926 da una famiglia di mezzadri a Falconara Alta, nella parrocchia gestita da don Vincenzo Radicioni, futuro vescovo di Ripatransone e Montalto. Vocazione da piccolo come una folgorazione. A 7 anni, tornando dalla messa con la mamma e la sorella Ines, iniziò a correre, si fermò in mezzo alla strada e annunciò alla madre: «Voglio farmi prete».Nel 1937, dopo le elementari, entrò in seminario ad Ancona, per i 5 anni di ginnasio. Poi frequentò il liceo e Teologia al seminario regionale di Fano. 


Durante la guerra si trasferì al seminario di Osimo (tenuto aperto dal rettore don Ido Pieroni anche durante il passaggio del fronte), per studiare e non perdere l’anno. Ordinato sacerdote nel luglio 1949, affiancò a Montesicuro, nella villa del seminario, il rettore nell’educazione dei seminaristi della diocesi di Ancona. Quindi vice parroco al Cristo Re di Numana (1950-1952), aiuto del parroco don Attilio Ramini. A marzo 1953 arrivò come parroco a Montesicuro, rimanendovi 60 anni, fino al 2013, quando lasciò a causa di un piccolo ictus. A Montesicuro trovò una chiesa e una canonica fatiscenti che pazientemente ristrutturò, chiedendo in prestito al padre i soldi della buonuscita da mezzadro. I genitori rimasero con lui assieme ad una zia. Il padre si occupò anche della conduzione dei 5 poderi di proprietà della parrocchia, dove accolse don Giulio, anziano ex parroco di Candia, originario di Montesicuro. Dopo la morte dei genitori venne aiutato dalla sorella nella gestione della casa parrocchiale. Ha ricoperto incarichi in Curia come vice cancelliere, occupandosi delle pratiche matrimoniali e responsabile della Pontificia Opera di Assistenza, aiutando tante povere famiglie nel dopoguerra. Per anni assistente dell’Apostolato della Preghiera della Diocesi, obbediente alle leggi della Chiesa, accogliente verso i poveri e verso chi era in difficoltà, viene ricordato dalla famiglia per una peculiarità: nel periodo in cui, per una malintesa moralità, le ragazze in gravidanza e non ancora sposate erano invitate a celebrare il loro “matrimonio riparatore” a Loreto, distante dalla parrocchia, don Mario invece le invitava a sposarsi in parrocchia. Negli ultimi anni ha vissuto ad Ancona, in casa della nipote Simona, che lo ha assistito assieme alle sorelle. I funerali domani mattina alle 10 a Montesicuro, probabilmente all’aperto. Camera ardente da ieri sera nella chiesa di cui è stato parroco per 60 anni. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico