La moglie fa perdere le proprie tracce Assolto il marito accusato di violenza

La moglie fa perdere le proprie tracce Assolto il marito accusato di violenza
ANCONA - È stata l’irreperibilità della sua ex moglie a portare i giudici all’assoluzione del marocchino 30enne accusato di aver sottoposto la donna a un...

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ANCONA - È stata l’irreperibilità della sua ex moglie a portare i giudici all’assoluzione del marocchino 30enne accusato di aver sottoposto la donna a un regime di vita intollerabile, costringendola a plurimi e quotidiani rapporti sessuali, intervallati da minacce e altri tipi di abusi. La scorsa settimana, il collegio penale ha assolto l’africano dall’accusa di maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale. Per le lesioni, invece, c’era stata la rimessione di querela da parte della donna una marocchina di 32 anni.


La sentenza dei giudici, come si legge nelle motivazioni, è stata mossa sostanzialmente da un fattore: l’assenza della donna durante tutte le udienze del processo. Il suo non presentarsi in aula ha impedito al collegio di prendere atto del suo esame e di acquisire «elementi probatori essenziali in ordine ai fatti e alle relative imputazioni». In pratica, dopo aver denunciato l’uomo davanti ai carabinieri, avrebbe dovuto ripetere le accuse davanti alla corte, soprattutto perché gran parte delle contestazioni erano state formulate sulla base delle parole della 32enne. Ciò non è avvenuto, perché la donna avrebbe fatto perdere le proprie tracce. In questi casi, la Cassazione parla chiaro: non è possibile che le dichiarazioni dibattimentali rese in assenza di contradditorio possano costituire il fondamento dell’affermazione della responsabilità penale dell’imputato. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico