Ancona, minacce e violenza per scroccare connessione e merendine: ragazzi nei guai

Ancona, minacce e violenza per scroccare connessione e merendine: ragazzi nei guai
ANCONA - Per quattro mesi sarebbero stati il terrore del titolare di un internet point del Piano, infierendo su di lui con botte, insulti e minacce. Un surplus di violenza...

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ANCONA - Per quattro mesi sarebbero stati il terrore del titolare di un internet point del Piano, infierendo su di lui con botte, insulti e minacce. Un surplus di violenza scatenatosi, secondo quanto denunciato dalla parte offesa, solamente per poter utilizzare gratis i servizi web e prendere senza pagare bevande e snack presenti all’interno del negozio. Dei benefit avrebbe usufruito, tra il luglio e il novembre 2013, un gruppetto composto da sette ragazzi, tutti di origine romena: la posizione di tre di loro è finita la vaglio della procura dei Minorenni, gli altri invece ieri mattina hanno affrontato l’udienza preliminare davanti al gup Francesca De Palma.

  
Tutti, romeni di età compresa tra i 23 e i 28 anni, sono stati rinviati a giudizio con l’accusa di estorsione aggravata in concorso. Il processo davanti al collegio penale si aprirà il prossimo 5 dicembre. Saranno difesi dall’avvocato Giorgio Canali. Il gestore dell’attività commerciale presa di mira dalla gang non si è ancora costituito parte civile. Potrà farlo nel corso dell’udienza dibattimentale. Stando a quanto contestato dalla procura, la comitiva aveva preso completamente possesso dell’internet point, tenendo in pugno il gestore facendo calare all’interno del negozio un clima di puro terrore.
 

Pur di continuare a utilizzare internet in maniera gratuita e saccheggiare gli scaffali dell’attività con la pretesa di non tirare fuori un solo euro, i romeni avrebbero picchiato in più occasioni il titolare, colpendolo con pugni al volto e afferrandogli la testa per sbatterla contro il bancone di vetro. In più, lo avrebbero minacciato ripetutamente: «Se ci denunci, rompiamo il negozio» e ancora: «Andiamo dalla polizia per far sapere che permetti ai minorenni di giocare alle slot machine». I sette finiti nel mirino dei magistrati sarebbero stati i padroni dell’internet point almeno fino al 27 novembre 2013. Poi, il titolare – anche lui di origine straniera – aveva deciso di denunciare i suoi aguzzini. Tre di loro, all’epoca dei fatti, erano ancora minorenni. Il più grande dei rinviati a giudizio aveva 23 anni e il più piccolo 18. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico