ANCONA - Rubava schede magnetiche usate per fare fotocopie e le rivendeva agli studenti, tenendosi poi il guadagno. E' l'accusa rivolta a una bidella anconetana di 54...
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Ieri nell’udienza in tribunale hanno testimoniato il vicepreside del "Savoia-Benincasa", una segretaria e un'altra bidella. Sarebbero cinque gli episodi contestati alla 54enne a processo, accusata di furto aggravato.
Si sarebbe infatti appropriata di almeno cinque tesserine magnetiche in grado di garantire 500 fotocopie e poi le avrebbe rivendute agli studenti. Da regolamento d'istituto, invece, ai ragazzi era data la possibilità di acquistare per 25 euro soltanto le schede ricaricabili da 100 fotocopie. Quelle di maggior portata, infatti, erano riservate ai professori. Tutti i testimoni hanno riferito che era piuttosto insolito vedere in mano agli studenti le tessere da 500. Quando è stata interrogata durante le indagini, la collaboratrice scolastica ha spiegato di aver agito così perché non conosceva bene le procedure interne e di aver trattenuto le somme riscosse dagli studenti in attesa di capire a chi dovevano essere destinate.
La Procura durante il dibattimento cercherà di appurare in che modo la bidella finita a processo si procurasse le schede da 500 fotocopie riservate ai docenti. Il Pm ha chiesto di ascoltare sette alunni che asseriscono di aver effettuato acquisti - in alcuni casi cumulativi - di tessere magnetiche dall'imputata: testimonieranno nella prossima udienza, fissata per il 26 maggio 2016. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico