Restyling della piazza bloccato, la beffa del mercato coperto. I commercianti: «Ormai non ci crediamo più»

Il mercato di piazza d'Armi
ANCONA - Ma dov’è il rilancio del Piano? Che fine ha fatto il restyling di piazza d’Armi? Il Comune attende con ansia l’esito del Pinqua, il bando...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

ANCONA - Ma dov’è il rilancio del Piano? Che fine ha fatto il restyling di piazza d’Armi? Il Comune attende con ansia l’esito del Pinqua, il bando denominato Programma Innovativo Nazionale per la Qualità dell’Abitare a cui ha partecipato nella speranza di intercettare 15 milioni per riqualificare la piazza, il mercato coperto e Vallemiano. Ma gli operatori sono rassegnati.

LEGGI ANCHE:

Bloccata una fiorente attività di spaccio: nei guai il titolare di un cannabis shop

 

 

Non solo credono che il nuovo market non verrà mai alla luce, ma sono convinti che nemmeno serva più. Forse è meglio andare avanti così - pensano -, senza illudersi ancora: basterebbe dare una sistemata alla struttura che già c’è e continuare a lavorare, tappandosi il naso, nella speranza di non perdere per strada lo zoccolo duro dei clienti storici, i più affezionati, gli anziani del quartiere. 


Un sentimento di arrendevolezza pervade una piazza che vive solo grazie ai commercianti e alla bancarelle, ma dal tardo pomeriggio si trasforma in una terra di nessuno, tra ubriaconi, balordi, spacciatori e tossici. «La situazione peggiora di giorno in giorno - dice il macellaio Cristian Burattini -. I bagni pubblici sono pieni di siringhe, ogni tanto il 118 raccoglie qualcuno in overdose. Il Comune ha dato una verniciata e ha installato l’aria condizionata (costo: 96mila euro, ndr), ma non so se sia un buon segno: ha senso investire soldi in una struttura che, in teoria, dovrebbe essere abbattuta e sostituita da una nuova? Forse non c’è tutta questa volontà di portare a termine i progetti sbandierati. Mio zio lavorava qui negli anni Settanta e già allora si parlava di restyling: è passato mezzo secolo e siamo punto e a capo. Cosa chiediamo al sindaco? No comment». Solo a sentir parlare di riqualificazione Domenico Malaccari, titolare della pescheria, scoppia in un’amara risata. «Il Comune è sparito, del progetto presentato in grande stile non ci hanno più fatto sapere nulla - dice -. I suq africani sono più ordinati e puliti di questo scempio di mercato. L’ultima trovata è stata l’aria condizionata: l’hanno installata proprio sopra i nostri banconi, dritta in testa ai clienti. Con tutti i centri commerciali che hanno aperto al Piano, ormai non ha più senso fare un nuovo mercato: meglio lasciar perdere». 


Eppure, nel novembre 2019 erano tutti entusiasti del progetto presentato in pompa magna dal sindaco in persona. «Ormai ci abbiamo messo una pietra sopra. La verità è che i soldi non ci sono nemmeno per riparare le mattonelle rotte» sospira Luca Pasquini del Bar Speedy, mentre mostra un buco sul pavimento pieno d’acqua, una vera trappola per gli anziani. «Mancano solo le paperelle - sorride sarcastisco -. Trentasei anni fa volevo ampliare il bar, ma il Comune mi bloccò, invitandomi ad aspettare il nuovo progetto. Lo sto ancora aspettando». Gli anni passano, i promessi restyling pure. E la fiducia degli operatori ormai rasenta lo zero. «Siamo in gravissimo ritardo, penso che l’idea di un nuovo mercato sia superata - sostiene Federica Carbini della Trattoria del Piano -. Se davvero dovessero realizzarlo, sarebbe fantastico. Ma è meglio restare con i piedi per terra e ragionare su soluzioni concrete: basterebbe più attenzione dal Comune, promuovere questo quartiere e le sue piccole botteghe, puntare sulla qualità e pubblicizzare degli eventi. Serve un lavoro di credibilità perché tanto i super progetti resteranno solo sulla carta». 

 

Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico