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ANCONA - Ma dov’è il rilancio del Piano? Che fine ha fatto il restyling di piazza d’Armi? Il Comune attende con ansia l’esito del Pinqua, il bando denominato Programma Innovativo Nazionale per la Qualità dell’Abitare a cui ha partecipato nella speranza di intercettare 15 milioni per riqualificare la piazza, il mercato coperto e Vallemiano. Ma gli operatori sono rassegnati.
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Non solo credono che il nuovo market non verrà mai alla luce, ma sono convinti che nemmeno serva più. Forse è meglio andare avanti così - pensano -, senza illudersi ancora: basterebbe dare una sistemata alla struttura che già c’è e continuare a lavorare, tappandosi il naso, nella speranza di non perdere per strada lo zoccolo duro dei clienti storici, i più affezionati, gli anziani del quartiere.
Un sentimento di arrendevolezza pervade una piazza che vive solo grazie ai commercianti e alla bancarelle, ma dal tardo pomeriggio si trasforma in una terra di nessuno, tra ubriaconi, balordi, spacciatori e tossici. «La situazione peggiora di giorno in giorno - dice il macellaio Cristian Burattini -.
Eppure, nel novembre 2019 erano tutti entusiasti del progetto presentato in pompa magna dal sindaco in persona. «Ormai ci abbiamo messo una pietra sopra. La verità è che i soldi non ci sono nemmeno per riparare le mattonelle rotte» sospira Luca Pasquini del Bar Speedy, mentre mostra un buco sul pavimento pieno d’acqua, una vera trappola per gli anziani. «Mancano solo le paperelle - sorride sarcastisco -. Trentasei anni fa volevo ampliare il bar, ma il Comune mi bloccò, invitandomi ad aspettare il nuovo progetto. Lo sto ancora aspettando». Gli anni passano, i promessi restyling pure. E la fiducia degli operatori ormai rasenta lo zero. «Siamo in gravissimo ritardo, penso che l’idea di un nuovo mercato sia superata - sostiene Federica Carbini della Trattoria del Piano -. Se davvero dovessero realizzarlo, sarebbe fantastico. Ma è meglio restare con i piedi per terra e ragionare su soluzioni concrete: basterebbe più attenzione dal Comune, promuovere questo quartiere e le sue piccole botteghe, puntare sulla qualità e pubblicizzare degli eventi. Serve un lavoro di credibilità perché tanto i super progetti resteranno solo sulla carta».
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Corriere Adriatico