Tre maxi multe per il muretto alla Torre

Tre maxi multe per il muretto alla Torre
ANCONA - Tre sanzioni da oltre 8 mila euro l’una per la recinzione della Torre di Portonovo. La procura della Repubblica ha chiesto e ottenuto dal gip tre decreti penali di...

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ANCONA - Tre sanzioni da oltre 8 mila euro l’una per la recinzione della Torre di Portonovo. La procura della Repubblica ha chiesto e ottenuto dal gip tre decreti penali di condanna per violazione delle norme paesaggistiche. Galeotta fu proprio la recinzione del monumento nazionale, realizzata senza autorizzazione. Una foto di quei mattoni di cemento finì su Facebook, i vigili urbani effettuarono il sopralluogo a Portonovo e alla fine scattò la segnalazione alla procura per abuso edilizio. Ed eccoci all’epilogo. Solo che i decreti arrivano nel momento in cui è aperta la pratica a sanatoria. Il Comune ha ricevuto la richiesta per la sanatoria dei lavori dalla proprietà e l’ha girata alla soprintendenza ai Beni architettonici e paesaggistici. In questa fase attende risposta da piazza del Senato.


I decreti alla famiglia non sono stati ancora notificati. “Non mi è arrivato nulla. Quando sapremo, provvederemo”, sottolinea Alessandro Cortese De Bosis, in questo periodo a Roma. “A noi risulta che la Soprintendenza si è espressa in maniera favorevole, perché non c’è deturpazione, né paesaggistica né monumentale. Lo stesso il Comune. Il terriccio era stato danneggiato dalle bufere e dalle persone entrate abusivamente. Entravano anche i cinghiali. Si è ripristinato lo stato del monumento nazionale. È nostro dovere tenere in buone condizioni la Torre, che peraltro il prossimo anno festeggia i suoi trecento anni. È stata costruita nel 1716 da Papa Clemente XI. Ed è anche in funzione del trecentesimo anniversario che dobbiamo mantenerla. Ci sarà anche un comitato organizzativo degli eventi. Abbiamo fatto il nostro dovere come facciamo da cento anni”.

Incredibile come, dopo tanti anni di tregua, arrivino in serie uno dietro l’altro i rilievi su presunti abusi nella baia. Nel cuore del Parco del Conero. L’ultimo caso balzato alle cronache è il sequestro della veranda e della tettoia al ristorante e al bar di Emilia, in riva al mare. Proprio sullo stesso versante, ma dopo il chiosco di Ramona in direzione di Mezzavalle, altri abusi riguardano opere di delimitazione di aree adiacenti il demanio marittimo: funi con paletti, infissi al suolo e poi sistemazione di materiale vario tra cui tavole da surf, tavole in legno, recinzioni da cantiere ed opere in legno e in metallo per lo stazionamento di natanti. Il report del Comune è uscito proprio in questi giorni, ma l’intervento del Corpo forestale è stato del dicembre scorso: sono state denunciate 21 persone, per la maggior parte residenti ad Ancona, proprietari delle particelle di terreno interessate, per presunti abusi edilizi.

Sempre lo scorso anno i rilievi del Comune hanno riguardato i locali realizzati a servizio di tre ristoranti della baia: Il Laghetto, Il Molo e Pesci fuor d’acqua. Sono annunciate dal Comune le ordinanze di demolizione. Il soprintendente Stefano Gizzi, sollecitando controlli e interventi dell’amministrazione, ha più volte sollevato il caso della trattoria Anna, per cui sono in piedi ricorsi e controricorsi.


Sequestrato e dissequestrato appena in autunno il Camping Il Conero. L’area è stata restituita alla cooperativa proprietaria, dopo la chiusura del 2010. La misura cautelare era stata motivata dalla mancanza della valutazione di impatto ambientale. Tutti assolti, a partire dai tecnici comunali. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico