Ancona, quei massaggi sono troppo hot: chiusi altri due centri cinesi

ANCONA – Dopo quello di Ancona, scacco anche a Corridonia e Porto Potenza Picena: chiusi altri centri massaggi cinesi hot, troppo hot. ...

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ANCONA – Dopo quello di Ancona, scacco anche a Corridonia e Porto Potenza Picena: chiusi altri centri massaggi cinesi hot, troppo hot.

 

La Squadra Mobile di Ancona ha recentemente concluso un’attività investigativa coordinata dalle Procure della Repubblica di Ancona e di Macerata che ha avuto come epilogo, oltre alla denuncia di due donne di origini cinesi e il conseguente sequestro + chiusura di un centro massaggi sito in provincia di Ancona, avvenuto la scorsa estate, anche la denuncia di altre tre donne di stessa nazionalità, responsabili di aver diretto altri due centri massaggi siti in località Macerata, risultati essere case di prostituzione, in quanto al loro interno, a seguito di perquisizione delegata dalla Procura della Repubblica di Macerata, venivano rinvenuti abiti succinti e materiali da utilizzare per prestazioni sessuali. Nei confronti di cinque cittadine cinesi dimoranti nella provincia di Ancona e Macerata, sono stati notificati avvisi di conclusione delle indagini. La vicenda è collegata alla chiusura del primo Centro Massaggi cinesi (riguardante la prima tranche dell’indagine), situato in provincia di Ancona, avvenuta la scorsa estate. La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Macerata, si era occupata del coordinamento del secondo filone di inchiesta riguardante altri due centri massaggi situati rispettivamente a Porto Potenza Picena e a Corridonia (MC), collegati al primo centro massaggi di Marina di Montemarciano già posto sotto sequestro. Le attività investigative sul territorio di Macerata, culminavano con due perquisizioni eseguite dagli investigatori delle Squadre Mobili di Ancona collaborati dalla Mobile di Macerata e dal Commissariato di Civitanova Marche.


Nei centri massaggi di Corridonia e Porto Potenza, sottoposti a perquisizioni, si accertava trattarsi, in realtà, di “case di prostituzione”. Nel corso delle predette attività investigative, comprensive di intercettazioni telefoniche ed ambientali, avviate a seguito della denuncia sporta da una donna sfruttata, era emerso un giro di prostituzione condotto all’interno dei centri massaggi da parte di giovani e avvenenti cittadine cinesi che, anziché massaggi curativi, si prodigavano a soddisfare le più svariate e bizzarre richieste dei numerosi clienti frequentatori, anche facendo uso di oggettistica eloquente e inequivocabile. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico