ANCONA - Confermerà la stessa versione? Tirerà nuovamente in ballo la sua fidanzatina? Oppure si assumerà tutte le responsabilità del delitto? ...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
C'è attesa attorno all'interrogatorio a cui oggi Giovanna Lebboroni, pm della Procura dei minori, sottoporrà Antonio Tagliata, il killer di via Crivelli.
Lo incontrerà nel carcere di Camerino, dov'è detenuto con l'accusa di omicidio volontario di Roberta Pierini, tentato omicidio di Fabio Giacconi (ancora stazionario, ma in coma irreversibile) e porto d'armi abusivo. Il 18enne, reo confesso, dovrà chiarire soprattutto il grado di coinvolgimento della sua fidanzatina, la figlia dei Giacconi.
Nell'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip, il ragazzo dice di aver aperto il fuoco dopo aver sentito la ragazza urlare: "Spara! Spara!". E sostiene che la 16enne studentessa del Vanvitelli-Stracca fosse a conoscenza dell'arma: prima di salire in casa, nell'androne del palazzo, le avrebbe mostrato la pistola chiedendole di sparargli. "Voleva uccidersi", ha sempre detto il suo avvocato, Luca Bartolini, che ieri è andato a trovare in carcere il killer.
"E' stato un colloquio provato", si limita a dire il legale. Non conferma neppure se ieri il ragazzo abbia ricevuto la visita dei genitori e dei fratellini, a cui il pm Andrea Laurino, titolare dell'indagine, ha concesso il nulla osta per andarlo a trovare in carcere. La sua presunta complice - tale la ritiene la procura dei minori, che ha chiesto e ottenuto dal giudice la misura cautelare del carcere con l'accusa di concorso in omicidio e in tentato omicidio - non ha mai menzionato nell'interrogatorio la presunta volontà di suicidarsi del fidanzato e ha spiegato che sì aveva visto l'arma, ma pensava fosse una pistola giocattolo.
"Volevamo un chiarimento con i miei genitori perché ostacolavano il nostro rapporto, ma non doveva finire così - ha sempre raccontato la giovane -. Quando Antonio ha iniziato a sparare, sono rimasta impietrita. E poi sono andata via con lui solo perché avevo paura". Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico