Oleg, 28 anni e i motori nel sangue lotta per vita dopo lo schianto in supercar

L'anteriore del bolide distrutto nello schianto
ANCONA - Un ragazzo moldavo di 28 anni Oleg Stolnic si trova ricoverato in condizioni disperate tra la vita e la morte all'ospedale di Torrette. ...

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ANCONA - Un ragazzo moldavo di 28 anni Oleg Stolnic si trova ricoverato in condizioni disperate tra la vita e la morte all'ospedale di Torrette.

Si è schiantato con la sua auto contro un albero avvenuto ieri sera attorno alle 19,15 in via della Marina.


Il giovane residente ad Ancona in via Petrarca di professione meccanico presso l'officina Bimo Car in via Grandi alla Baraccola si trovava alla guida di un vero e proprio bolide della strada, una Nissan 200 sx con tanto di roll-bar, cerchi in lega, assetto ribassato, sedili avvolgibili e una serie di modifiche al telaio della vettura. Un mezzo quasi pronto per scendere in pista.

Secondo una prima ricostruzione, il ragazzo una volta oltrepassato l'incrocio con via Cristoforo Colombo forse a causa del manto stradale in perfette condizioni si è lasciato tentare oltre misura dal pedale dell'accelleratore anche se non si esclude un improvviso malore.

Stà di fatto che in pochi metri la gran turismo a trazione posteriore ha spiccato letteralmente il volo per finire la sua corsa contro un albero posto lungo la strada ad una cinquantina di metri dall'ingresso della caserma della Marina senza lasciare un segno di frenata sull'asfalto.

Uno schianto impressionante: il piantone dello sterzo è rientrato verso l'abitacolo deformando la parte anteriore della Nissan mentre pezzi di motore e carozzeria sono finiti ovunque in un raggio di qualche decina di metri.

A lanciare l'allarme alcuni automobilisti di passaggio. Sul posto è intervenuta l'automedica del 118 e un mezzo della Croce Gialla di Ancona oltre ad una auto pompa di servizio dei vigili del fuoco. Difficili le operazioni di soccorso. Il ragazzo è stato rinvenuto privo di sensi con il volto appoggiato sul volante in un lago di sangue. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico