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ANCONA Per risalire dall’acqua, con le onde che stavano crescendo, si era aiutato con una corda fissata sulla testa del molo di Portonovo. Nel momento in cui si è issato, facendosi forza con le braccia, non si è accorto della presenza di una lamina arrugginita e tagliente che usciva dal bordo della banchina. Il ferro acuminato gli ha provocato una ferita alla mano destra, così profonda da recidergli i tendini. Dal dolore è caduto in acqua, alcuni bagnanti l’hanno aiutato a tornare a riva, sollecitando l’intervento del 118.
Il verdetto
Per quell’incidente, che risale al 2 agosto 2018, il Comune di Ancona è stato condannato a pagare un risarcimento di 8mila euro (a fronte dei 30mila richiesti) al bagnante, un 54enne anconetano, finito all’ospedale e poi sottoposto a un intervento chirurgico per la ricostruzione dei tendini della mano.
Il Comune contestava l’uso improprio del copribordo del molo, utilizzato come corrimano o punto d’appoggio per uscire dall’acqua, mentre la struttura ha la funzione di punto di attracco delle imbarcazioni dal mare o accesso pedonale da terra. Secondo il tribunale civile, invece, la condotta del 54enne non è stata imprudente perché, sì, la funzione del molo di Portonovo è consentire l’ormeggio delle imbarcazioni, tuttavia è esclusivamente utilizzato dai bagnanti per prendere il sole, passeggiare o entrare in acqua, molto raramente dai natanti.
All’incidente capitato nel tardo pomeriggio del 2 agosto 2018, inoltre, assistettero diversi testimoni: tutti hanno confermato la dinamica. A fronte della richiesta iniziale, il giudice ha riconosciuto le ragioni del ricorrente, condannando il Comune a risarcire la somma di 8.088 euro. Ma a Palazzo del Popolo non si arrendono: parola all’appello.
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