Crepet sulla lite tra ragazzine: «Concentriamoci anche su chi ha tifato e girato il video»

Dottor Paolo Crepet, psichiatra e sociologo. Casi come quello avvenuto a Fabriano sono all’ordine del giorno. «Nel...

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Dottor Paolo Crepet, psichiatra e sociologo. Casi come quello avvenuto a Fabriano sono all’ordine del giorno.


«Nel mio ultimo libro, “Lezioni di sogni”, affronto questa tematica con un capitolo dedicato. Mi sono permesso di dire, dati alla mano, che la violenza che noi abbiamo sempre pensato essere al maschile, non lo è più da tanto tempo. Se qualcuno si stropiccia gli occhi perché sono due ragazzine, sbaglia, e tanto. Pari opportunità, in tutti i sensi». 

 
Non ci sono differenze?
«L’unica è che le ragazze sono più precoci. L’idea che le nostre studentesse siano come sono state descritte in passato non è più realtà, da tempo. Dobbiamo usare meno ipocrisia e renderci conto di come è cambiata la società». 
I social sono stati usati come mezzo per organizzare qualcosa di sbagliato. 
«I social questo fanno! Ci sarà pure nelle Marche qualcuno che li utilizza per mandare i versi di Giacomo Leopardi, ma quello che è avvenuto, e in Italia accade con frequenza, è coerente con la natura denigratoria dei social che molto spesso diffondono violenza. I social dividono, non fanno opere di bene». 
Qualche consiglio?
«Uno solo: più attenzione. Da parte degli adulti. I figli non sono venuti al mondo da soli. Se a 13 o 14 anni si fanno queste cose a 17 che potrebbe succedere? I problemi si potrebbero complicare. Lo dico a mo’ di aiuto alle mamme e ai papà, non per metterli in difficoltà». 
La studentessa è stata sospesa, con un provvedimento che prevede anche i lavori socialmente utili
«Bene ha fatto il dirigente con i lavori socialmente utili anche se la sospensione non è l’unica cosa giusta perché in alcuni casi può acuire i disagi. C’è un vuoto formativo da fermare. Tutta la scuola potrebbe parlarne nel corso di un’assemblea di istituto». 
E la complicità di chi assisteva indifferente? 


«Non è indifferenza, ma tifo. Tifo tacito. Sono complici. Se fossi un genitore di chi ha ripreso o osservato la scena, come se fosse un film d’animazione, francamente mi farei delle domande. Non concentriamoci solo alle due ragazzine, ma anche sugli spettatori». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico