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ANCONA - Stop dei lavori a dicembre per salvaguardare lo shopping natalizio. Perché ormai è chiaro a tutti che la scadenza del 16 novembre non potrà essere rispettata. Salvo miracolose accelerazioni, il cantiere di via della Loggia si protrarrà all’anno prossimo: colpa (anche) dello stato pietoso in cui versano la rete fognaria ed elettrica scoperte dopo gli scavi effettuati dalla ditta incaricata dal Comune di ristrutturare il fondo stradale malandato. «La nuova pavimentazione in pietra arenaria è destinata a durare cent’anni: sarebbe sciocco non mettere subito mano ai sottoservizi e rinviare l’intervento ad un momento successivo», commenta l’ingegner Paolo Manarini.
Così, venerdì gli scavi verranno sospesi e il cantiere verrà consegnato a VivaServizi e a Edma Reti Gas. «Questi lavori aggiuntivi comporteranno inevitabilmente dei ritardi», evidenzia l’assessore ai Lavori pubblici, confermando i timori di residenti e commercianti, anche se preferisce non pronunciarsi sui tempi che, a questo punto, diventano un’incognita.
«Il cantiere - spiega l’assessore Manarini - sta andando avanti progressivamente. Entro venerdì verrà concluso lo scavo principale, da via Bonda a vicolo degli Aranci, e attendiamo la consegna dell’arenaria per fare il pavè. Poi entreranno in funzione i lavori delle ditte incaricate di ristrutturare la fognatura e la rete del gas. Meglio intervenire subito, anziché dover bucare di nuovo la strada in futuro. Ma non possiamo prevedere se le ditte rispetteranno o meno i tempi». Di qui la decisione di congelare il cantiere nel momento in cui i lavori dovessero protrarsi.
«Tuteleremo lo shopping natalizio - garantisce Manarini - riaprendo la strada, in modo da renderla praticabile almeno per i pedoni, mentre le auto si fermeranno fino al punto in cui siamo arrivati con gli scavi».
Ma in via della Loggia la situazione si è fatta esplosiva. Lunedì è scoppiato un litigio tra il responsabile del cantiere e un commerciante della zona perché diverse attività, nel tratto interessato dai lavori, sono state ingabbiate dalle transenne, senza nemmeno un passaggio per i clienti. «Ci impediscono di lavorare e non hanno mantenuto le promesse», protestano i negozianti. C’è chi ipotizza di ricorrere alle vie legali e chi tornerà alla carica per chiedere ristori al Comune, visti i danni patiti. «Se i titolari delle attività ritengono di avere dei diritti da esercitare, che formulino pure le proprie richieste», replica Manarini. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico