Ancona, inversione killer sull'asse «Con i paletti Claudio sarebbe vivo»

L'auto che ha travolto e ucciso il centauro
ANCONA - «Quei paletti dovevano essere messi molto prima. E forse adesso Claudio sarebbe insieme a noi, con i suoi bambini». Sarà un Natale senza luci nè...

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ANCONA - «Quei paletti dovevano essere messi molto prima. E forse adesso Claudio sarebbe insieme a noi, con i suoi bambini». Sarà un Natale senza luci nè gioia per la famiglia Di Matteo, anzi. Saranno giorni di dolore infinito, dove lo strazio dilanierà i cuori e gli occhi si riempiranno ancora di lacrime. Sono passati sette mesi da quel maledetto 23 maggio e due giorni fa l’assessore comunale Stefano Foresi ha annunciato l’acquisto di cento paletti anti-inversione per la chiusura dei varchi sull’asse Nord-Sud. Ci fossero stati sette mesi fa la Lancia Ypsilon che ha travolto Claudio Di Matteo uccidendolo all’istante non avrebbe potuto effettuare quella manovra sconsiderata, tentare cioè di passare da una corsia all’altra dell’asse e tagliando la strada allo scooter del finanziere abruzzese in servizio ad Ancona. Il fratello Gianfranco, che abita con tutti i familiari a Paglieta in provincia di Chieti, ha appreso la notizia con amarezza: «Succede sempre così. Ci vuole una tragedia per spingere gli amministratori a rendere le strade più sicure». Al telefono la voce è spezzata dal dolore, una condanna a fine pena mai. «Più passa il tempo, più Claudio ci manca. È uno strazio infinito per me, per i nostri genitori, per i suoi bambini. Papà e mamma non riescono a trovare consolazione, i suoi figli saranno costretti a crescere senza un padre. Il Comune mette i paletti? Era ora. Ma purtroppo nessuno ci restituirà mio fratello». C’è un tarlo che lima i pensieri e trasforma le notti in un incubo perenne: «Li avessero piantati prima, Claudio oggi sarebbe stato con noi. Tutti sanno che quella strada è pericolosa, che i varchi spesso vengono utilizzati per tornare indietro. Ma c’è voluto il sacrificio di mio fratello per spingere l’amministrazione a fare qualcosa. È sempre così». Gianfranco Di Matteo torna ancora indietro nel tempo, a quel martedì dove il destino di Claudio si è spezzato sull’asfalto. 
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Corriere Adriatico