Le due facce dell'infermiere che faceva vaccini falsi. Il suo capo: «Colleghi in lacrime, era bravo e coraggioso»

L'infermiere Emanuele Luchetti
ANCONA - Si faceva voler bene, l’infermiere infedele. Simpatia innata, energia da vendere. «Un gran lavoratore», assicura chi lo conosce. Si divideva tra il...

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ANCONA - Si faceva voler bene, l’infermiere infedele. Simpatia innata, energia da vendere. «Un gran lavoratore», assicura chi lo conosce. Si divideva tra il Centro di salute mentale di via Giordano Bruno, il punto vaccini del Paolinelli e le visite domiciliari. Ma trovava il tempo per il suo hobby preferito, la danza. In passato aveva conseguito il patentino da istruttore di zumba: si manteneva aggiornato su una piattaforma online e gestiva corsi in più palestre, in tutta la regione. Nessuno credeva che dietro quel velo di impeccabile professionalità si nascondesse il lato oscuro di un uomo «pericoloso e privo di ogni scrupolo» per dirla con le parole del gip Carlo Cimini.

 


Lo strano caso di Emanuele Luchetti, un po’ Dottor Jekyll e un po’ Mister Hyde, ha sorpreso tutti, ma non gli investigatori che ricordavano un suo precedente non di poco conto: una tentata rapina al caveau di un istituto di vigilanza della Baraccola a cui avrebbe partecipato all’inizio degli anni Duemila. L’infermiere si è rimboccato le maniche e ha lavorato sodo per ricostruirsi una vita e un’immagine. Ma ora è inciampato di nuovo nei guai con la giustizia. Al Centro di salute mentale, al Piano, non riescono ancora a crederci. «La notizia ci ha colti totalmente di sorpresa, è l’essenza dell’inaspettato - commenta il dottor Massimo Mari, responsabile del Dipartimento di Salute mentale dell’Av2 -. Nel suo campo è particolarmente bravo, coraggioso, presente, attento. Una persona stimata e amata fortemente dai colleghi. Nei casi più difficili si è sempre rivelato come una figura-chiave. Era veramente una risorsa per tutti».

La voce di Mari s’increspa, traspare l’emozione. «Siamo di fronte a un dramma importante, io dirigo da poco tempo questa struttura, ma so che per molti era un amico fraterno. Quando abbiamo letto il suo nome e il contenuto delle intercettazioni, siamo rimasti scioccati di fronte a un fatto così grave». Spunta una teoria. «Sono convinto che quanto gli è accaduto, se verrà dimostrato, sia l’espressione di una fragilità mentale dovuta al periodo di crisi scatenato dal Covid. La sua è stata una risposta sciocca, ma molti furbetti a quanto pare si sono approfittati di lui». Resta intatto, aggiunge il dottor Mari, «il suo valore professionale. Alcuni suoi colleghi sono scoppiati in lacrime dopo aver appreso l’incredibile stupidaggine che avrebbe commesso. Una cosa non da lui. Si occupava di assistenza a pazienti gravi, in percorsi psichiatrici importanti, in presa a crisi nervose e psicotiche. È un operatore affidabile, in grado di entrare in empatia e in rapida comunicazione con il paziente anche nelle situazioni più difficili. Se c’era un problema da risolvere, ci rivolgevamo sempre a lui. Ora siamo mortificati per quanto è accaduto». 

Luchetti, assistito dall’avvocato Marta Balestra, avrà modo di esporre una prima versione dei fatti dinanzi al giudice nell’interrogatorio di garanzia che si terrà domattina nel carcere di Montacuto, dove si trova ormai da 48 ore. Domani, in contemporanea, si riunirà il Consiglio direttivo dell’Ordine degli infermieri per avviare l’iter del procedimento disciplinare che condurrà alla sua sospensione, in attesa del giudizio. «Il fatto è gravissimo - commenta Giuseppino Conti, presidente dell’Opi di Ancona -. Se dovesse essere confermato in sede giudiziaria, sono previste sanzioni importanti, fino alla radiazione». 

 

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Corriere Adriatico