Il Conero brucia ancora, a fuoco 2mila metri quadri di bosco. L'ipotesi: uno sbalzo di tensione da un pilone

Il Canadair sul monte Conero
ANCONA - Un brivido lungo quasi tre ore, il tempo impiegato per spegnere il rogo divampato alle pendici del Conero. La colonna di fumo visibile anche dalla città, il rombo...

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ANCONA - Un brivido lungo quasi tre ore, il tempo impiegato per spegnere il rogo divampato alle pendici del Conero. La colonna di fumo visibile anche dalla città, il rombo del Canadair arrivato da Roma per raccogliere acqua dal mare e rovesciarla sulle lingue di fuoco. La paura è ripiombata sulla baia, 39 giorni dopo l’incendio che ha divorato una parte del Belvedere. Ieri come oggi, l’emergenza ha tenuto con il fiato sospeso gli anconetani. Ma ancora una volta, provvidenziale è stato l’intervento, tempestivo, dei vigili del fuoco che in poco tempo sono riusciti a contenere il rogo. 

 

 


Le segnalazioni a raffica sono arrivate dalle 18. I pompieri si sono attivati subito, raggiungendo con 9 mezzi e 16 operatori il luogo dell’emergenza, un campo privato coltivato ad orzo che si apre alla vista percorrendo in salita un sentiero sterrato che comincia nei pressi dell’Hotel Emilia e dell’agriturismo della Casa Gialla. Un luogo impervio, arrampicato sulle pendici del monte, che i vigili del fuoco hanno dovuto raggiungere con mezzi 4x4, sotto la direzione del funzionario di servizio Rodolfo Milani e del vice comandante provinciale Gabriele Fantini. Le fiamme sono state massivamente aggredite, impedendone la propagazione nell’area boschiva sovrastante. Un’operazione non facile, ostacolata dal forte pendio. L’aiuto è arrivato anche dal cielo, con l’attacco aereo del Canadair della Soup (Sala operativa unificata permanente) della Protezione civile, messo a disposizione dal Coau, il Centro operativo aeromobile unificato di Roma. Con 7 lanci ha contribuito a domare l’incendio, spento attorno alle 21: ha interessato un’area di bosco di circa 2mila metri quadrati, a ridosso della Provinciale del Conero. Le operazioni sono proseguite nella notte con la bonifica dell’area e la rimozione di tutte le parti incandescenti, in particolare quelle legnose e resinose, per scongiurare nuovi inneschi. Sul posto sono intervenuti i carabinieri forestali della stazione Conero, coordinati dal maggiore Simone Cecchini, che indagano sulle cause dell’incendio. L’ipotesi dolosa è stata subito esclusa: quella più probabile è che a scatenare le fiamme sia stato uno sbalzo di tensione di uno dei piloni della linea elettrica poggiati sul campo privato. Il fuoco radente sarebbe stato generato, dunque, dalle scintille scoccate da un cavo della media tensione, anche se saranno necessari nuovi accertamenti. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico