Ancona, si scava con le mani a SpiaggiaBonetti per risolvere il giallo dell'incendio allo chalet

Ancona, si scava con le mani a SpiaggiaBonetti per risolvere il giallo dell'incendio allo chalet
ANCONA - Il terzo sopralluogo in poco più di un mese non basterà a risolvere il giallo di Portonovo. Servirà un’altra ispezione per recuperare il cavo...

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ANCONA - Il terzo sopralluogo in poco più di un mese non basterà a risolvere il giallo di Portonovo. Servirà un’altra ispezione per recuperare il cavo interrato su cui si stanno concentrando le indagini sull’incendio dello chalet di Paolo Bonetti, condotte dai carabinieri del Norm e del Nucleo investigativo, insieme a due super esperti nominati dalla Procura, un brigadiere dei Ris di Roma e l’ingegnere bolognese Gianluigi Guidi.


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Nei prossimi giorni occorrerà procedere con uno scavo per intercettare il cavo che potrebbe rivelare la verità sul maxi rogo: è quello che collegava la cabina elettrica dell’Enel situata nel sentiero vicino al bosco alla struttura devastata dalle fiamme nella notte tra il 29 e il 30 maggio. 
 
La rimozione
Durante i lavori di ristrutturazione dello stabilimento svolti un anno fa, infatti, era stata modificata la tradizionale linea aerea, facendola passare sotto terra ed elevando la potenza da 30 a 80 kilowatt per garantire la funzionalità degli impianti, tutti a induzione, di SpiaggiaBonetti. Inoltre, una decina di giorni prima del maxi rogo erano stati eseguiti dei lavori di rimozione di un vecchio palo da parte di una ditta incaricata dal gestore. È su questi interventi che si focalizza l’attenzione degli investigatori, alla ricerca del punto d’innesco. L’ipotesi del dolo è ormai decaduta: piuttosto, c’è da capire se l’origine dell’incendio, molto probabilmente di natura elettrica, sia accidentale o colposa, per questo sarà fondamentale l’analisi tecnica del cavo che forniva l’energia all’intero chalet. 
La tensione

Si tende a escludere un corto circuito perché tutti gli apparecchi erano nuovi: potrebbe essersi trattato di un sovraccarico o di un arco voltaico, fenomeno determinato da una scarica elettrica ad alta intensità. Nel sopralluogo di ieri a Portonovo, svolto con i carabinieri, i tecnici della compagnia elettrica che hanno effettuato i lavori, il consulente di parte ingegner Michele Belloni, l’avvocato Marica Pecicchia dello studio legale Leonardi e l’ingegner Alberto Cocchi, consulente nominato dalla compagnia di assicurazione della società La Baia che gestisce lo chalet, l’ingegner Guidi ha effettuato degli scavi a mano nel punto in cui si trovavano i quadri elettrici per recuperare monconi di cavi che sono stati repertati e verranno analizzati in laboratorio dai Ris insieme ad altri resti (mattonelle, pezzi di legno del pavimento) e alla porta del capanno di Paolo Bonetti che era già stata sequestrata nelle scorse settimane perché presentava segni di bruciatura interessanti per le indagini. Inoltre, da un primo esame sembra che l’interruzione di corrente avvenuta nella notte del rogo non avrebbe riguardato la linea che alimentava lo chalet, tant’è che c’era ancora tensione quando all’alba erano intervenuti i vigili del fuoco. Benché sia necessaria una nuova ispezione, l’avvocato Riccardo Leonardi, che assiste Bonetti, avanzerà un’istanza di dissequestro dell’area interessata dall’incendio per consentire una sia pur minima ripresa dell’attività di ristorazione (quella balneare è sempre stata garantita): in ogni caso, già dalla prossima settimana dovrebbe essere operativo un chiosco in legno che il titolare ha allestito nella zona dei bagni per offrire un servizio basilare ai bagnanti.  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico