Ilona, Oxana e i tre bambini in fuga dalla guerra accolti dalla Fondazione Salesi

Ilona, Oxana e i tre bambini in fuga dalla guerra accolti dalla Fondazione Salesi
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ANCONA - Ilona allatta la piccola Emma, un batuffolo rosa di 4 mesi. Eva, 3 anni, gioca più in là, sorridente. Ilona, 33 anni, una settimana fa ha messo in auto le figliolette e, con l’amica Oxana, madre di David, 1 anno, ha percorso 1700 chilometri, attraverso Polonia, Slovacchia e Austria, per arrivare in Italia. Ieri mattina le due donne e i loro tre bambini hanno trovato una sistemazione, sicura e comoda, nella casa di accoglienza della Fondazione Salesi.

 

Ad accoglierle, il presidente Antonello Maraldo con la direttrice Laura Mazzanti e la presidente delle Patronesse, Milena Fiori. A dar loro il benvenuto, c’erano anche l’arcivescovo monsignor Angelo Spina e il direttore della Caritas, Simone Breccia. «Grazie mille», scandisce Ilona. «Sono contenta di trovarmi tra gente buona, che mi ha aiutato tanto. Stamattina mi hanno accompagnato in Questura per i documenti, poi porteremo a vaccinare i piccoli». Accanto a lei, Alina, la signora lituana, da sei anni in Italia, che ha segnalato il caso di queste giovani mamme di Leopoli alla Caritas. 


«Conoscevo Ilona, mi ha chiamato, e mi sono attivata. Una farmacista mi ha messo sulla strada giusta. Ma vi prego, se fotografate Ilona, rendetela irriconoscibile: in Italia ci sono tanti russi, favorevoli a Putin. Non vorrei che fosse presa di mira». In questo appartamento anconetano della Fondazione Salesi, dalle stanze dipinte di colori pastello, le due ragazze si sentono sicure. «Ma la prudenza non è mai troppa». Gli ultimi giorni a Leopoli, sono stati troppo densi di allarmi; e il viaggio troppo lungo e incerto, perché Ilona e Oxana possano ritrovare la serenità, in pensiero anche per i mariti, rimasti in Ucraina. Intorno a loro, dietro le mascherine, volti premurosi. «Come a tutte le famiglie di piccoli pazienti che ospitiamo in questo appartamento - assicura la direttrice Mazzanti - lo staff della Fondazione garantirà il massimo dell’assistenza: cibo, generi di prima necessità, contatti con le autorità». E non si ferma il sostegno ai genitori dei bambini degenti al Salesi. «Per loro, c’è la casa di via Podgora – a parlare è la presidente delle Patronesse – e una famiglia è ora ospitata al Grand Hotel Passetto». Il presidente Antonello Maraldo non sa nascondere la soddisfazione. «Questa gara di solidarietà ha rinsaldato i legami con le Patronesse, e abbiamo il sostegno incondizionato delle aziende che aderiscono alla Fondazione». Anche per la Caritas, sono giorni intensi: «Una sessantina in città hanno chiesto di accogliere i profughi ucraini», dice l’arcivescovo Angelo Spina. E aggiunge: «Stiamo verificando, con visite in presenza, un’altra quarantina di famiglie che si sono proposte». Per i fuggitivi, Simone Breccia annuncia che sono già stati raccolti oltre 40mila euro, nel territorio dell’arcidiocesi. «Sosteniamo la comunità ucraina, che si sta dando molto da fare, ma l’invio di cibo, vestiti e coperte trova molte difficoltà». 

 

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Corriere Adriatico