ANCONA La prima a insospettirsi è stata l’anziana madre: Gianni le faceva visita ogni giorno. Al telefono non rispondeva, così ha chiesto a Riccardo,...
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Sono tutti sotto choc nella palestra in cui lavorava: il suo studio è stato sigillato. «Era uno spirito libero, amava la vita - dice il titolare, Stefano Falcicchio - Faceva un sacco di cose: sci, sub, corse in bici. Il giorno prima avevamo parlato di un nuovo corso da lanciare l’anno prossimo: è stato tra i primi a inventare le video-ride, lezioni di spinning con i video. Rimarrà nel cuore di tutti». Gabriele Babbini, suo collega, lo ricorda con affetto: «Quando in sala attaccava le canzoni di Vasco, metteva il volume al massimo e faceva impazzire le allieve del suo corso. La domenica organizzava un “aperispin” in palestra, un aperitivo dopo la lezione di spinning con le clienti più affezionate».
Lo chiamavano il Guru per il carisma, la sete di conoscenza e perché era un ecologista convinto e protettore della natura: su Facebook si faceva chiamare “Treesdefender”, difensore degli alberi. Non a caso, terminava le sue lezioni con un virtuale abbraccio all’albero, pratica di eco-terapia che avvicina l’uomo alla natura. Amava Ancona al punto da fondare la pagina di denuncia sociale “Ankon, una città da difendere”. E aveva nel cuore il parco del Conero, dove aveva deciso di vivere e dove organizzava il percorso “diVino”, escursioni di trekking con aperitivo in quota. «Il suo cervello era sempre in attività, come il fisico: con il Covid si era specializzato nel coaching online - dice Riccardo Pesaresi - Era uno sportivo a tutto tondo e un abile pescatore, arte che gli ha trasmesso il papà: una volta alla Scalaccia prese un “varolo” di 5 chili e lo mostrò fiero a tutti noi che lo prendevamo in giro». Gianni era anche un grande appassionato di astronomia. «Stava allestendo un osservatorio a casa sua, scrutava il cielo con il telescopio - racconta Paolo Santoni, suo grande amico -. Era brillante, curioso: io lo chiamavo il complottista perché a volte esagerava con certe teorie, ma studiava e si documentava sempre. Voleva capire il mondo e, soprattutto, voleva difenderlo». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico