Ancona, foto hard e abusi su una 12enne, pc e cellulare del 40enne di Cremona ai raggi X

Ancona, foto hard e abusi su una 12enne, pc e cellulare ai raggi X
ANCONA Servirà una perizia informatica sui dispositivi elettronici finiti sotto sequestro per quantificare i file pedopornografici che hanno portato all’arresto di un...

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ANCONA Servirà una perizia informatica sui dispositivi elettronici finiti sotto sequestro per quantificare i file pedopornografici che hanno portato all’arresto di un 40enne della provincia di Cremona, accusato di aver adescato in chat una 12enne e di averla indotta a produrre foto e video a luci rosse. L’uomo è finito ai domiciliati dopo la misura cautelare varata dal gip e chiesta sulla scorta degli accertamenti portati avanti dagli investigatori della Squadra Mobile dopo la denuncia sporta dalla mamma della minore. 

 
La procura, che ha già tenuto l’interrogatorio davanti al gip, contesta al 40enne (è un tecnico informatico) un duplice reato: produzione di materiale pedopornografico e atti sessuali con una minore di 14 anni. Dalla conoscenza in chat, infatti, si sarebbe arrivati agli incontri reali, avvenuti nella città dorica. Cinque quelli che hanno conteggiato i poliziotti, ascoltando la versione della 12enne e della madre di lei, che ha sporto denuncia dopo aver visto sul cellulare della figlia file hard e scoperto i messaggi scambiati con il lombardo. 
Per supportare la versione della minore, ascoltata in forma protetta in questura, gli agenti della Mobile hanno eseguito una perquisizione nei confronti del 40enne e sono arrivati al sequestro del pc e del cellulare. Nei dispositivi sarebbe stata trovata una prima risposta all’indagine, considerando che c’erano tracce delle chat con la ragazzina e alcuni file pedopornografici. Una decina, in tutto. Ma per completare l’indagine sarà necessario l’esecuzione di una perizia tecnica sui dispositivi posti sotto sequestro per ordine del pm Andrea Laurino. Solo conteggiando gli altri eventuali file illeciti trovati si potrà determinare la gravità dell’imputazione. L’uomo è difeso dall’avvocato Carlo Pellegri. 

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Corriere Adriatico