Ancona, fatture per operazioni false Scoperta maxi frode per 23 milioni

Una pattuglia della Guardia di Finanza
ANCONA - La Guardia di Finanza di Ancona ha concluso una complessa e articolata operazione, denominata “Falso Dorico”, riguardante una ingente frode fiscale perpetrata...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
ANCONA - La Guardia di Finanza di Ancona ha concluso una complessa e articolata operazione, denominata “Falso Dorico”, riguardante una ingente frode fiscale perpetrata da una società con sede ad Ancona e da altre imprese ubicate a Roma, tutte operanti nel commercio di materiale elettronico e di elettrodomestici.


In particolare, l’attività delle Fiamme Gialle ha consentito di ricostruire un enorme giro d’affari realizzato attraverso l’emissione e l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti per circa 23 milioni  ed un’evasione dell’imposta sul valore aggiunto per  5 milioni, con contestuale deferimento all’Autorità giudiziaria di due persone, responsabili a vario titolo dei pertinenti reati.

L’operazione è scaturita da accertamenti inerenti alcune movimentazioni bancarie sospette. In sostanza, era stato constatato che una società anconetana effettuava numerosi bonifici bancari su conti correnti intestati a diverse società di Roma, che a loro volta trasferivano le medesime somme verso società estere titolari di conti correnti presso Istituti di credito allocati in Germania ed in paradisi fiscali dell’Asia.

Gli ulteriori approfondimenti sulle movimentazioni finanziarie hanno consentito di appurare che la società marchigiana, priva di qualsiasi struttura logistica e di personale, era stata costituita da due cittadini tedeschi domiciliati a Roma, con il solo scopo di creare ad hoc una società cartiera, finalizzata a porre in commercio beni a prezzi più competitivi, mediante una consistente evasione fiscale.

Le perquisizioni effettuate nella Capitale dai finanzieri di Ancona hanno altresì permesso di accertare che i cittadini tedeschi, proprietari della società dorica, erano in realtà delle cosiddette “teste di legno”, ovvero dei prestanome utilizzati per la perpetrazione dell’attività illecita. 
Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico