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ANCONA Bene, bravi, ma tutto è perfettibile per Marco Cupido. «Sette e mezzo a questa amministrazione comunale. Si sta impegnando per animare il centro di Ancona, ma può migliorare». Dal fronte della sua Degosteria, che s’inerpica sull’antica direttrice di via Pizzecolli, miscela bilanci delle feste e prospettive. «Abbiamo lavorato molto tra Natale, Capodanno e l'Epifania. Appena l'ombra di qualche disdetta dell'ultima ora, per Covid o influenza». Inciampi di stagione che non depotenziano gli entusiasmi.
«L'importante - non dimentica - per noi sono i clienti fissi, gli affezionati, ma quest'anno alla nostra tavola si sono accomodati anche i turisti, ne circolavano parecchi in città». Cambia angolazione e scivola via su quel che sarà, o che dovrebbe essere. «Eventi e iniziative hanno creato molto fermento. Si deve continuare, soprattutto è necessario dare continuità all'azione». In alto i calici, ma anche no: «Non si devono aspettare le feste per creare occasioni».
Il viavai
Al suo desco, un tripudio pop e trasversale, vale il motto della determinazione. Antonio Ambrosio scandisce il suo principio di sempre: «Si può crescere, basta volerlo». Lungo il Viale, dal suo sempreverde Giardino, non trattiene l'entusiasmo: «Benissimo, è stato un dicembre ottimo».
L’impulso
Conferma su tutta la linea, dalle sue camere con vista, sul porto e sul filo dell’orizzonte dell’Adriatico. Michele Bernetti dà la misura dell’impulso impresso alla ricettività: «Le presenze sono state sostenute, c'è stato un bello slancio». Sobrietà innanzitutto, per il titolare del Grand Hotel Palace e dell’azienda vinicola Umani Ronchi. «È ancora presto per analizzare il fenomeno, per capire perché sia andata così, bene». In attesa di decriptare l’anatomia d’un successo, indica la via per replicarlo. «Mancano due, tre appuntamenti di caratura nazionale». Per deformazione professione invita a centellinare, per assaporare il gusto: «Certo, non si può pensare di organizzarne uno ogni due settimane, sarebbe impensabile». Sugli obiettivi da raggiungere sfronda, fino all’essenziale: «Calamitare l’attenzione dei turisti, creare movimento». Azzarda il come fare: «Un'ipotesi potrebbe essere quella di realizzare mostre di spessore: potrebbero essere un richiamo per i cultori dell’arte». Lo ammette: «Tutto questo non s’inventa. Ci vuole tempo, programmazione e capacità di individuare nicchie d'interesse non ancora sature». Provare, e subito.
Scintillio dei tempi e palinsesto leggiadro. Anche per Eugenio Gallo vale il “mai come quest’anno”. «Hotel City, Metropolitan Suite e gli appartamenti che si aprono sopra il tribunale erano al completo». Da amministratore di quindici strutture tiene il conto, veloce. Osservazione e intuizione sono per lui inscindibili. Va oltre il dì di festa, per arrivare a fare del tutto esaurito un teorema. Replicabile. «Le manifestazioni destagionalizzate aiutano e molto». Procede con i possibili titoli: spettacoli, tanto intrattenimento, molta cultura. A un patto. «È fondamentale superare l'evento locale per alzare al massimo il tasso di attrattività». Istruzioni per l'uso che per il manager dell'accoglienza sono già metabolizzate. Avanti.
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Corriere Adriatico