ANCONA - Era all’ingresso di una sala slot di corso Mazzini. Aveva fatto due passi e poi, all’improvviso, con una specie di mossa di karate aveva tirato un calcio a...
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Il nordafricano era stato poi individuato grazie alle telecamere di videosorveglianza della sala e a un particolare: un grosso tatuaggio sul collo riportante la scritta di un nome proprio. L’incisione sulla pelle sarebbe stato il solo particolare che era riuscito a vedere la vittima del calcio, un anconetano di 53 anni. L’aggressione si era consumata il primo ottobre del 2014, attorno alle 14. A quasi cinque anni dall’episodio, ieri mattina è arrivata la condanna per il tunisino, attualmente detenuto in carcere per altra causa e difeso dal legale Davide Toccaceli.
Il giudice Elisa Matricardi ha stabilito una pena di nove mesi di reclusione per il reato di lesioni personali. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico