ANCONA - Terapie anti-tumorali che possono durare anche mezza giornata, tra attese estenuanti e infusioni di farmaci. E sosta a carico del paziente, perché nel parcheggio...
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Il problema sono i tempi d’attesa e, novità degli ultimi giorni, anche la sosta nel parcheggio della cittadella ospedaliera. «Purtroppo i malati devono subire disagi che rendono ancor meno sopportabile il calvario della patologia stessa - racconta Martina, che accompagnando la mamma malata alle terapie ha imparato ad apprezzare le qualità della Clinica ematologica e a conoscerne purtroppo anche i tempi d’attesa -. Ogni mattina quando si va a far terapia tutti i pazienti, purtroppo di tutte le età e sempre più numerosi, sono costretti ad attese infinite per fare i prelievi e le eventuali varie terapie chemioterapiche».
La trafila prevede che prima i pazienti si sottopongano ad analisi del sangue e, solo se i parametri indicano la compatibilità con la terapia, aspettano in sala d’attesa che arrivino i farmaci e soprattutto che si liberi una postazione per le infusioni. «Purtroppo ce ne sono soltanto cinque e questo costringe i poveri pazienti immunodepressi ad attese lunghe e difficili da sopportare - racconta ancora Martina -. Io accompagno mia madre la mattina presto, anche alle 8 del mattino per sottoporsi subito alle analisi, ma spesso usciamo alle 5 o anche le 6 del pomeriggio, dopo dieci ore, anche se devo dire che negli ultimi giorni i tempi si sono un po’ accorciati. Nulla da eccepire sul personale, medici e infermieri sono davvero professionali e gentilissimi, ma danno l’impressione di essere messi a dura prova dal sovraccarico di lavoro svolto».
L’attesa non è semplice, per pazienti che spesso hanno difficoltà di deambulazione e sopportano effetti collaterali delle terapie che rendono il trascorrere del tempo un’autentica prova di resistenza. Anche in una sala d’attesa confortevole e attrezzata, con tanto di impianto di condizionamento che purifica l’aria, come quella messa a disposizione dell’Associazione Italiana Leucemie. I volontari dell’Ail, inoltre, sono in prima linea nell’assistenza ai malati oncologici della Clinica ematologica. «Non è un problema di persone - concordano tutti -, perché la qualità umana e professionale degli addetti è eccellente, ma di attrezzature, perché le postazioni sono poche e a volte certe infusioni possono richiedere anche cinque ore di tempo».
E adesso c’è anche la grana del parcheggio, come ha scoperto pochi giorni fa Alessandro, un paziente che da un comune della provincia si reca periodicamente a Torrette per cicli di chemioterapia da cinque giorni. «Sono andato nel reparto di Ematologia, dove mi stanno curando, per il rinnovo del permesso di transito e parcheggio strisce gialle - ha affidato il suo sfogo ai social network -, ma purtroppo la caposala con dispiacere ed anche commozione, mi ha comunicato di aver avuto disposizioni di non rinnovarli più a nessuno. Naturalmente sono rimasto molto male, perché non sono guarito ed è già programmato il prossimo ciclo di chemio a metà dicembre».
Il paziente ha chiesto chiarimenti all’Urp dell’azienda ospedaliero-universitaria e dopo un paio di giri d’uffici gli hanno confermato «che per quanto riguarda il reparto di ematologia potranno soltanto dare il permesso di transito». Il motivo? «I parcheggi sono insufficienti, fanno fatica a trovare posto anche i dipendenti, addirittura anche i medici». Alessandro, che pure si sente in dovere di ringraziare «tutti i medici e tutti gli altri operatori del reparto che sono professionalmente indescrivibili», spera che qualcuno risolva il problema dei parcheggi. Quelli a pagamento costano 1,20 euro l’ora, l’area di sosta libera è troppo lontana. «Ormai siamo inverno, fa freddo e piove - ricorda Alessandro - e con le difese immunitarie quasi a zero si rischia di lasciarci le penne». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico