Baby pusher tra i banchi, allarme droga nelle scuole: più controlli e telecamere anti-spaccio

Un sopralluogo della polizia a scuola con il cane antidroga
ANCONA - Baby spacciatori a due passi dalle scuole. Una minaccia concreta, non solo alle Pie Venerini, dove ieri i poliziotti di quartiere hanno voluto assistere i bambini e i...

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ANCONA - Baby spacciatori a due passi dalle scuole. Una minaccia concreta, non solo alle Pie Venerini, dove ieri i poliziotti di quartiere hanno voluto assistere i bambini e i ragazzi all’ingresso dell’istituto comprensivo che quotidianamente, per arrivare in classe, devono percorrere una scalinata sotto il tunnel che collega corso Matteotti a via San Pietro, privo di illuminazione e spesso ricoperto dai resti dei bivacchi del giorno prima. Questo, infatti, è l’abituale punto di ritrovo di giovani che fanno le ore piccole a bere, fumare spinelli e ascoltare musica a tutto volume. 

 

 
Sono l’incubo dei residenti, che nei giorni scorsi sono arrivati a tappezzare i giardinetti di via Scosciacavalli e dintorni con striscioni di protesta, riformulando la toponomastica del quartiere: da “via baby gang” a “piazza degrado” fino a “piazza pajola”, all’anconetana, evidentemente luogo d’aggregazione di piccoli tabagisti. Nella visita, i poliziotti di quartiere si sono confrontati con la vice coordinatrice didattica dell’istituto delle Pie Venerini, Alessandra Caselli. Dall’inizio dell’anno scolastico gli agenti di prossimità hanno avuto modo di incontrare i presidi di varie scuole della città per raccogliere segnalazioni e richieste. Ma nell’ambito dell’iniziativa “Scuole Sicure”, presto riprenderanno anche i servizi più intensi, dedicati alla vigilanza e ai controlli anti-droga nelle scuole del capoluogo. La questura metterà di nuovo in campo una task force formata anche dal personale delle squadre cinofili, fondamentali nelle attività di prevenzione e contrasto allo smercio di stupefacenti tra i giovanissimi. Perché il fenomeno dei baby pusher è in costante aumento e per certi versi si è aggravato con la pandemia, così come si sta progressivamente abbassando l’età media dell’approccio con il primo spinello, per non parlare delle droghe meno leggere. 
Sono 354 le persone della provincia di Ancona segnalate alla Prefettura per la detenzione di stupefacenti ad uso personale: tra loro molti giovani. Nel 2020 erano 393, come si evince dai dati elaborati dal Not, il Nucleo operativo per le tossicodipendenze. «Cannabinoidi e cocaina sono le sostanze più diffuse e che destano maggiore allarme - spiega il prefetto Darco Pellos -. Le persone segnalate vengono invitate a seguire un percorso di riabilitazione presso i Servizi per le tossicodipendenze. Solo in alcuni casi le autorità sono state costrette ad adottare sanzioni, come la sospensione della patente nel caso dei maggiorenni». I blitz nelle scuole organizzati dalle forze dell’ordine hanno confermato come, purtroppo, tra i banchi giri la droga, nonostante il grande impegno dei presidi. Nell’ottobre scorso la polizia aveva sorpreso uno studente mentre fumava uno spinello fuori da un istituto di Torrette: a notarlo era stata la preside, in tasca aveva mezzo grammo di marijuana. 


Proprio per mettere al riparo dai pusher gli alunni delle scuole medie e persino delle elementari, il Comune è corso ai ripari e nell’ambito del bando “Scuole Sicure”, d’intesa con la prefettura, ha installato telecamere in tre accoppiate di scuole, le Elia-Podesti, le Marconi-Maggini e le Collodi-Socciarelli. In tutto, 18 spycam per monitorare movimenti sospetti davanti ai plessi e possibili situazioni a rischio per gli studenti, con collegamento diretto alle centrali della questura e della polizia locale, per un costo di 40mila euro. «In questo modo si cercherà di eliminare lo spaccio all’interno delle scuole», spiegava il sindaco in sede di firma del protocollo: una riflessione che conferma il pericolo di diffusione degli stupefacenti anche tra gli under 14. 

 

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Corriere Adriatico