Studente precipitato, spuntano cartelli choc al liceo Savoia di Ancona: «Vietato affacciarsi alle finestre»

Genitori in subbuglio: «Temete che possa succedere di nuovo?»

Studente precipitato, cartelli choc al liceo: «Vietato affacciarsi alle finestre»
ANCONA «Allora c’è il timore che possa succedere di nuovo». I genitori dei ragazzi iscritti al liceo Savoia sono in subbuglio dopo la comparsa di alcuni...

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ANCONA «Allora c’è il timore che possa succedere di nuovo». I genitori dei ragazzi iscritti al liceo Savoia sono in subbuglio dopo la comparsa di alcuni cartelli sugli infissi di classi e corridoi del terzo e quarto piano. «Vietato scavalcare» c’è scritto su alcuni, «vietato affacciarsi» su molti altri. Uno, chissà perché, è stato affisso pure su un armadietto, chiuso con un lucchetto. E tutti stampati sulla carta intestata dell’istituto.

 

Il gesto

È evidente il legame con il gravissimo episodio avvenuto lo scorso 17 febbraio, quando uno studente di 14 anni si è lanciato dalla finestra della sua classe dopo aver ricevuto un 2 e una nota didattica per un’interrogazione andata male ed è miracolosamente salvo dopo un volo di 10 metri. Il ragazzo è ancora in convalescenza al Salesi, ma fuori pericolo. Lo choc è ancora ben vivo nei suoi compagni di liceo. «La sensazione che danno questi cartelli è che la scuola non sia sicura» protestano i genitori. «Qualcuno ha perfino ipotizzato che fosse colpa di infissi non a norma» raccontano.

«Ma se così fosse, perché viene fuori solo adesso e perché la scuola rimane aperta?». La preoccupazione è anche in vista dell’arrivo della bella stagione: i ragazzi non potranno certo stare in classe con le finestre chiuse. «Nessun professore impedisce la loro apertura e non è nemmeno stato detto di fare altrettanto, quindi un divieto vero e proprio non c’è» constatano i genitori interpellando i loro figli. Anche se, con quel monito stampato a caratteri cubitali sui vetri, «i ragazzi hanno un certo timore nell’aprire le finestre». «Non sanno come comportarsi, non l’hanno presa bene questa cosa dei cartelli» ci confida un rappresentante di classe, papà di una ragazzina. Dalla scuola, però, non arriva nessun commento.

La preside Maria Alessandra Bertini non risponde. La direttrice dell’Usr, Donatella D’Amico, dice di non sapere nulla: «Se i genitori volessero risolvere un problema verrebbero da me, se veramente ci fossero problemi». Poi fa quadrato col liceo. «Stanno facendo un lavoro eccellente, tutti quanti. Chi ha da dire, chi si lamenta o ha preoccupazioni, venga da me». I genitori, dal canto loro, qualcosa da ridire ce l'hanno. Puntano il dito sul servizio di assistenza psicologica prestato agli studenti dopo il trauma subito nel vedere un loro compagno volare giù dalla finestra. Non solo chi stava in quella classe ma tutti quelli che, affacciandosi alle loro finestre, hanno visto la sagoma immobile del 14enne. «Avevano detto ai ragazzi che avrebbero attivato dei colloqui con degli psicologi ma non ci hanno ancora detto niente» attaccano i genitori. «Le uniche attività? Due incontri in orario extrascolastico, in tarda serata e per i genitori, visto che i ragazzi hanno altri impegni oltre la scuola» osservano.

 

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Corriere Adriatico