La ritengono sciatta: donna insultata e maltrattata da marito e suocero

La ritengono sciatta: donna insultata e maltrattata da marito e suocero
ANCONA -  «Ti faremo a pezzi e li spediremo in Libano». Botte, minacce, divieti assurdi, come quello di iscriversi a un corso di italiano. Per anni una libanese...

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ANCONA -  «Ti faremo a pezzi e li spediremo in Libano». Botte, minacce, divieti assurdi, come quello di iscriversi a un corso di italiano. Per anni una libanese 35enne sarebbe stata vittima, insieme ai figli, del marito e del suocero, suoi connazionali, ai quali la procura di Ancona ha appena notificato un avviso di chiusura delle indagini, che prelude al rinvio a giudizio. Maltrattamenti in famiglia e lesioni personali in concorso i reati ipotizzati. L'inchiesta, affidata alla Squadra mobile, ha preso il via dopo l'ennesimo accesso della donna al pronto soccorso per le percosse subite. Arrivata in Italia otto anni fa dal Libano, dove ha lasciato i genitori, la donna era di fatto prigioniera del marito, 36 anni, e del suocero, 57 anni, entrambi operai. Accusata di non saper accudire i figli, di essere «sciatta» e di tradimenti inesistenti, non aveva una vita sua. Marito e suocero la prendevano a schiaffi e pugni se qualcosa secondo loro «andava storto», lo facevano davanti ai figli «per educarli».


Le controllavano le chiamate sul cellulare, le hanno impedito di impadronirsi della lingua italiana, e, quando il marito ha saputo che lei voleva denunciarlo, ha preso i figli e li ha portati dal padre, impedendole di vederli. L'uomo si è poi inventato che la moglie avrebbe voluto fuggire in Libano con i ragazzi, e per questo è stato denunciato anche per calunnia. La procura ritiene di aver raccolto sufficienti elementi di prova, oltre alle dichiarazioni della vittima, per andare a un processo. Nel frattempo, ad indagini appena avviate, la donna e i figli sono stati messi in sicurezza in luoghi sconosciuti ai due uomini, grazie ad un intervento congiunto attuato con la Rete antiviolenza e la procura del Tribunale dei minori. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico