Ha il Covid e non è vaccinata, partorisce un bimbo da intubata. I medici: «La neo mamma è in condizioni gravissime»

La Rianimazione del Salesi
ANCONA - Il bimbo è salvo, anche se è venuto al mondo troppo presto, dopo neanche 33 settimane di gravidanza: resterà sotto stretta osservazione...

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ANCONA - Il bimbo è salvo, anche se è venuto al mondo troppo presto, dopo neanche 33 settimane di gravidanza: resterà sotto stretta osservazione nell’incubatrice della Terapia intensiva neonatale diretta dal professor Virgilio Paolo Carnielli. La mamma, invece, positiva al Covid e non vaccinata, lotta tra la vita e la morte. È gravissima ed è in prognosi riservata dopo che ieri pomeriggio, a seguito del suo improvviso peggioramento, è stata sottoposta ad un cesareo d’urgenza, eseguito dall’équipe del professor Andrea Ciavattini, primario del dipartimento di Ostetricia e Ginecologia.

La curva dei contagi scende, per due posti letto le Marche non sfondano il limite dei ricoveri in Area Medica. I dati restano da zona gialla 

 
Il Covid è stato capace di annientare perfino la gioia di una mamma di ascoltare il primo vagito di suo figlio. Infatti la trentenne cinese, residente nel Teramano, è stata fatta partorire in anestesia generale e intubata. Il suo quadro clinico è peggiorato drasticamente ieri mattina, dopo che nella notte tra lunedì e martedì era stata ricoverata d’urgenza nella Rianimazione pediatrica del Salesi, diretta dal dottor Alessandro Simonini, per l’aggravarsi di un’insufficienza respiratoria scatenata da un’infezione da Covid. «La gestione del caso - spiega Simonini nel primo bollettino medico di giornata - si è sviluppata attraverso l’applicazione di un supporto respiratorio», prima con ossigenazione ad alti flussi, poi con ventilazione non invasiva.

«Il quadro radiologico ed ecografico polmonare è apparso subito impegnativo - polmonite interstiziale bilaterale di grado severo -, ma le condizioni cliniche della paziente si sono mantenute relativamente stabili fino al tardo pomeriggio di mercoledì, quando si sono manifestati segni di aggravamento con incremento del fabbisogno di ossigeno e del supporto respiratorio. Il costante monitoraggio delle condizioni fetali ha sempre mostrato un quadro di stabilità». Tuttavia, ieri mattina si è assistito a un drastico peggioramento «per cui, dopo valutazione collegiale con gli specialisti ostetrici e neonatologi - continua il dottor Simonini - si è deciso di procedere all’espletamento del parto con taglio cesareo, al fine di operare in condizioni di benessere fetale, evitando il rischio concreto di prossima sofferenza». 


Si può dire che il neonato ha vinto la sua battaglia per la vita: è un piccolo combattente di neanche un chilo, ma ce la farà. Le sue condizioni vengono definite «discrete». I medici ora stanno facendo di tutto perché un giorno possa abbracciare la mamma che «è stata trasferita in Rianimazione dove, per affrontare l’estrema criticità clinica, sono state massimizzate le manovre terapeutiche». 


Le parole scolpite nel secondo bollettino di ieri sera, purtroppo, assottigliano il filo della speranza. «Attualmente la paziente presenta un’insufficienza respiratoria di grado estremamente severo ed è sottoposta a pronazione e supporto ventilatorio massimale con scarsa risposta. Le condizioni cliniche, come previsto ulteriormente peggiorate rispetto alla mattina, risultano gravissime. La prognosi è riservata». Se il quadro clinico non darà cenni di miglioramento, la neo-mamma verrà trasferita all’ospedale regionale di Torrette per essere sottoposta ad Ecmo, la macchina che tiene in vita i pazienti in gravissima insufficienza respiratoria grazie all’ossigenazione extracorporea. Nella speranza che l’istinto materno riesca a sconfiggere il virus maledetto. 

 

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Corriere Adriatico