Disguidi già al primo giorno: lo scuolabus non c’è e l’alunna resta a piedi

Disguidi già al primo giorno: lo scuolabus non c’è e l’alunna resta a piedi
ANCONA  - Una bambina rimasta ad aspettare davanti alla scuola un bus che non è mai arrivato, un autista rimandato indietro perché i ragazzi che doveva passare...

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ANCONA  - Una bambina rimasta ad aspettare davanti alla scuola un bus che non è mai arrivato, un autista rimandato indietro perché i ragazzi che doveva passare e prendere erano usciti prima. Il giorno in cui viene avviato un servizio qualche piccolo disguido può sempre capitare. L’importante è correggere subito il tiro. E l’assessore alla Pubblica istruzione Tiziana Borini assicura che verrà fatto.


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Anche perché gli errori di ieri deriverebbero da difetti di comunicazione dovuti alla difficoltà organizzativa di un servizio, quello degli scuolabus, già complesso di suo, che con le nuove normative sul Coronavirus è stato completamente rivoluzionato. 


«Al fine di evitare assembramenti, quest’anno lo scuolabus si ferma davanti alla casa di ogni bambino – fa sapere Borini -. Soltanto in pochi casi sono stati individuati dei punti di raccolta per chi abita vicino. Questo ha reso la preparazione dei percorsi molto impegnativa». Ma le difficoltà sono state riscontrate più che altro all’uscita dalle scuole e Borini lo spiega col fatto che diversi istituti hanno ancora orari provvisori: «Le corse di ritorno, soprattutto per quanto riguarda alcune scuole medie, saranno garantite quando l’orario diventerà definitivo. Evidentemente c’è stata qualche incomprensione su questo». 

Nessun problema sembra invece esserci stato a livello di puntualità. E la scelta di raccogliere i bambini sotto casa è apparsa efficace. «Lo scuolabus è arrivato puntuale alle 7.30 – racconta la mamma di un alunno della scuola elementare Ungaretti di Candia -. Mio figlio era insieme a due bambine che vivono nello stesso condominio. Erano tutti rigorosamente muniti di mascherina. Sono saliti uno alla volta. L’autista ha fatto igienizzare loro le mani e li ha fatti sedere distanziati. Il tutto sarà durato 2 minuti. Alla fine abbiamo chiesto al guidatore informazioni rispetto al ritorno. Ma i primi giorni di scuola è sempre così. Bisogna prendere un po’ la mano con gli orari». Un po’ di preoccupazione in più ci poteva essere all’arrivo a scuola, dove non ci sono i genitori a vigilare. Ma lì i bambini sono stati accolti da maestre e personale Ata, che li hanno immediatamente condotti in classe in fila indiana. Lo stesso è accaduto all’uscita.


«Qui a preoccupare non è certo l’assembramento dei bambini che salgono sullo scuolabus, quanto quello delle macchine dei genitori che occupano il piazzale» dice una mamma della elementare Don Milani di Torrette. Infatti anche in questo caso i bambini sono stati accompagnati dal personale dalla scuola fino al portellone dello scuolabus, dove sono saliti uno alla volta igienizzandosi le mani, senza occupare le prime due file di sedili, interdette per mantenere la distanza dal guidatore, e sedendosi un posto sì uno no (i posti vietati erano contrassegnati con il simbolo dei Ghostbusters). Il tutto sotto lo sguardo attento del guidatore. «Ogni autista – rivela Borini – ha un elenco completo dei bambini, che devono tenere la mascherina per l’intero tragitto, provenendo da classi diverse. Inoltre fa sempre lo stesso percorso, finendo così per conoscere bene sia i bambini che i genitori. Al termine della corsa è lui stesso a pulire il mezzo con prodotti forniti dal Comune, mentre lo scuolabus viene interamente sanificato al termine di ogni giornata». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico