Ancona, diffondono i video hot di due ragazze: è revenge porn, scattano le condanne

Ancona, diffondono i video hot di due ragazze: è revenge porn, scattano le condanne
ANCONA Uno è stato condannato a tre anni e mezzo di reclusione, l’altro a un anno e mezzo. È finito così il processo incardinato dalla procura nei...

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ANCONA Uno è stato condannato a tre anni e mezzo di reclusione, l’altro a un anno e mezzo. È finito così il processo incardinato dalla procura nei confronti di due fratelli bengalesi, entrambi titolari di un negozio che ripara prodotti elettronici. La sentenza è stata emessa ieri pomeriggio dal collegio penale e ha ridimensionato il quadro accusatorio che aveva portato in arresto entrambi gli imputati nel maggio del 2022 per mano dei carabinieri della stazione di Ancona Principale. 

 


I reati

La pena maggiore è toccata al 21enne per i reati di diffusione illecita di file sessualmente espliciti, violenza sessuale e detenzione di materiale pedopornografico. L’altro fratello, 26enne, è stato condannato per la sola diffusione illecita. Tre le vittime dell’intera vicenda. In un caso, stando all’accusa, i due fratelli, in concorso tra loro, avevano diffuso un video che ritraeva una ragazza bengalese in atteggiamenti intimi con il fidanzato dell’epoca. Il file era arrivato ai genitori della giovane e ad altri connazionali. Il video era stato estrapolato dal cellulare che la ragazza, nell’estate del 2020, aveva portato a riparare nel negozio dei due fratelli. Al minore la procura contestava la violenza sessuale, ipotizzando che avesse costretto la ragazza bengalese a subire un rapporto. È stato assolto.

Caduta anche l’accusa di lesioni e violenza privata, reati dove la persona offesa risultava sempre essere la giovane bengalese. Lei e il fidanzato dell’epoca erano parte civile con gli avvocato Michele Zuccaro e Stefano Brugiapaglia. Al 21enne, invece, è stata riconosciuta la violenza sessuale nei confronti di una 17enne filippina (non ha partecipato al processo) con cui aveva avuto una relazione. «Continua a far sesso con me o divulgo il nostro video osé». Per la procura, anche in questo caso, il file era stato diffuso contro la volontà della vittima. I due imputati hanno sempre rigettato ogni contestazione. 

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Corriere Adriatico