La denuncia di un ingegnere: «Prenotare con il Cup? Impossibile. Costretto alla visita a pagamento»

La denuncia di un ingegnere: «Prenotare con il Cup? Impossibile. Costretto alla visita a pagamento»
ANCONA  - «Ho chiamato il Cup regionale per prenotare una visita endocrinologica, ma prima mi è stato detto che se ne sarebbe parlato per novembre 2024, poi...

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ANCONA  - «Ho chiamato il Cup regionale per prenotare una visita endocrinologica, ma prima mi è stato detto che se ne sarebbe parlato per novembre 2024, poi quando ho fatto presente che l’impegnativa era con priorità differita mi hanno detto che mi avrebbero fatto sapere entro 15 giorni. Alla fine, sono stato costretto a ripiegare su una visita a pagamento, che farò a stretto giro». L’ennesima denuncia sui tempi biblici della sanità arriva da un ingegnere anconetano che ieri ha provato attraverso il Cup a prenotare una visita specialistica da programmare entro 30 giorni. Dunque, con il secondo ordine di priorità.

 

 
Il racconto

La telefonata, però, non è andata a buon fine. O meglio, la situazione del paziente è rimasta appesa perché la prenotazione non c’è stata. «L’operatore - racconta - non mi ha dato l’appuntamento per la visita endocrinologica. Inizialmente mi era stata anche paventata l’ipotesi di ottobre-novembre 2024». Cioè, tra più di un anno. Poi, il tiro è stato corretto quando è stato fatto presente il tipo di urgenza, per cui la visita sarebbe teoricamente programmabile entro 30 giorni dalla richiesta. 

«Sono stato messo in lista di attesa. Mi è stato detto che sarei stato richiamato entro quindici giorni per trovarmi un posto. Ma dove? E, soprattutto, perché non mi è stata data una risposta subito?» si chiede il paziente. Sconfortato dal rebus dei tempi e dall’incertezza della programmazione, ha prenotato «una visita a pagamento. Mi è stato dato appuntamento tra due giorni (domani, ndr)». E ancora: «Per fortuna, posso permettermelo. Ma chi non riesce a sostenere la spesa, come fa?». La riflessione si fa più ampia. «Mi sembra che la prenotazione con il sistema sanitario marchigiano sia praticamente impossibile. È una situazione fuori controllo. E lo dico perché altrove non è così».

Il confronto

L’esempio va verso l’Emilia Romagna. «Mio fratello - racconta ancora l’ingegnere - che qui non riusciva a prenotare, almeno in tempi brevi, è dovuto finire all’ospedale di Rimini. Nel giro di 3-4 giorni gli è stato dato l’appuntamento per eseguire in uno stesso giorno due risonanze, una Tac e una radiografia. A Rimini, tra l’altro, fanno visite specialistiche anche fino a tarda sera. Ma perché tutta questa differenza con le Marche? Qui vuol dire che c’è qualcosa che non funziona. E cittadini vogliono delle risposte dalla Regione». Stando al monitoraggio ex post dei tempi d’attesa, a far registrare il record negativo sono le prestazioni sulle donne. La maglia nera va alla mammografia monolaterale, per la quale il tempo medio di attesa si assesta sui 497 giorni per una programmata e su 173 giorni per una differita. Male anche la mammografia bilaterale: qui si devono attendere in media addirittura 191 giorni per una prestazione breve - che di norma dovrebbe essere fatta nell’arco di 10 giorni - 204 per una differita e 364 per una programmata.

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Corriere Adriatico