MONTERADO - Non è bastato il riconoscimento fotografico per far condannare una donna di origine croata accusata di aver derubato una 89enne in casa nel 2012. Il pomeriggio...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Quando l’anziana descrisse la malvivente ai carabinieri, parlò di una donna sui 40 anni, di carnagione olivastra, probabilmente di origine rom, con l’accento straniero. Poi i militari le sottoposero un book fotografico per l’individuazione e l’anziana riconobbe ‘senza ombra di dubbio’ la ladra tra le persone ritratte nelle foto. Quella donna, poi finita a giudizio come presunta autrice del furto, aveva però la metà degli anni della persona il cui identikit era stato ricostruito dalla 89enne.
Una discrepanza forse decisiva per l’assoluzione finale. Il Vpo Valentina Pupo aveva chiesto una condanna a tre anni di carcere solo sulla base degli elementi acquisiti: la parte offesa, infatti, non ha potuto testimoniare in aula in quanto deceduta lo scorso anno nelle more del processo. L’autrice del blitz furtivo si era presentata a casa sua con il pancione e lei non se l’era sentita di chiuderle la porta in faccia. L’anziana dichiarò che la vide arrivare a bordo di una Fiat Punto bianca insieme ad altre tre persone. Solo più tardi si rese conto che il ruolo della ragazza era quello di fare in modo che restasse in cucina, di tenerla occupata mentre i complici asportavano i preziosi dall’abitazione. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico