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ANCONA - Stop alla movida al porto. Le attività riaprono secondo i nuovi limiti imposti dall’ordinanza del sindaco Mancinelli entrata in vigore da ieri. Consumazioni al tavolo solo per chi è in possesso di un titolo di viaggio.
Per tutti gli altri valgono le regole rivolte alle attività di somministrazione stante la zona arancione: solo asporto. In caso di ritorno in zona gialla, anche i locali del porto potranno tornare ad ospitare i clienti come da regolamento del Dpcm. Dunque è stata riportata una situazione di omogeneità tra gli esercenti della ristorazione del capoluogo, ma non senza qualche malumore. Motivo? Tranne qualche camionista, non ci sono altri viaggiatori di passaggio. Quindi mancherebbe la clientela.
Il nodo
Il porto come lo conoscevamo, crocevia di turisti di passaggio e imbarcazioni, è ormai un ricordo. Sembra più l’approdo di navi fantasma da cui sbarcano tir che il più delle volte non necessitano di sostare all’interno dell’area portuale.
La critica
«Il mio locale non è adatto al servizio da asporto - continua Angeloni - nessuno parcheggia in centro per arrivare fin qui a piedi per un piatto da portare via». L’ideale per i ristoratori sarebbe stato poter estendere il permesso di somministrazione anche ai dipendenti dell’area portuale. Permesso negato, come si legge tra le righe dell’ordinanza. «Lungi da noi fare polemica - dice Marinella Manganelli, titolare de La Bitta - ma se proprio dobbiamo offrire un servizio, sarebbe stato comprensibile estendere la regola anche agli operai dei cantieri e ai dipendenti degli uffici. In ogni caso ci atterremo strettamente a quanto ci è stato comunicato, come in passato del resto».
La collaborazione da parte degli esercenti del porto di certo non mancherà. «Faremo tutto ciò che è nelle nostre possibilità per divulgare l’informazione ai nostri clienti - assicura Manganelli - resteremo aperti e osserveremo alla lettera il regolamento come abbiamo sempre fatto». «Saremo aperti tutti i giorni dalle 16,30 - afferma Francesca Mabiglia del Bar del Porto - ma non potendo fare noi i controlli sulla clientela facciamo appello al buon senso dei cittadini. La sanzione arriverà a loro, non a noi». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico