Code al pronto soccorso di Torrette, attesa infinita per una coppia positiva al Covid: 5 ore in ambulanza

Ambulanze in fila al pronto soccorso di Torrette
ANCONA - Fino a 5 ore di attesa al pronto soccorso per scaricare pazienti infettati dal virus. A Torrette i malati di Covid continuano ad essere curati direttamente a bordo delle...

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ANCONA - Fino a 5 ore di attesa al pronto soccorso per scaricare pazienti infettati dal virus. A Torrette i malati di Covid continuano ad essere curati direttamente a bordo delle ambulanze in coda perché all’ospedale non c’è più posto. 

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Resta forte la pressione sul nosocomio regionale, dove ieri a mezzogiorno c’erano 19 pazienti Covid assistiti al pronto soccorso. Gli stessi reparti sono pieni: 38 i pazienti in terapia intensiva, 21 nell’area semintensiva, 40 a Malattie infettive, 39 al Cov-4. In tutto, 157 pazienti Covid, considerando anche il pronto soccorso. I vertici degli Ospedali Riuniti hanno dovuto nuovamente correre ai ripari. Entro sabato verranno attivati tra gli 8 e i 10 posti di terapia subintensiva, potenziando l’area del Cov-4 al quinto piano. Colpa (anche) della variante inglese che ha portato Torrette alla saturazione, comportando il taglio del 30% dell’attività chirurgica e del 15% di quella cardiologica. 


Dopo giorni intensi, ma nei quali la tensione sembrava essersi leggermente allentata, ieri la situazione è tornata esplosiva al pronto soccorso. Nel piazzale si sono formate lunghe code di ambulanze: alle 17 ce n’erano 6 in fila, in attesa di consegnare i pazienti infettati dal virus alle cure del personale medico. Marito e moglie settantenni, residenti a Brecce Bianche, hanno aspettato addirittura cinque ore prima di essere visitati, nonostante siano arrivati in codice rosso. Un tempo infinito, trascorso nell’angoscia sulle lettighe dell’ambulanza, mentre venivano periodicamente monitorati i loro parametri vitali con somministrazione di ossigeno.

Giunti all’ospedale alle 11, solo alle 16 hanno avuto accesso al pronto soccorso, così intasato da non riuscire più ad assorbire le richieste in tempi accettabili, nonostante il grande impegno profuso dal personale diretto dal dottor Aldo Salvi e dalla dottoressa Susanna Contucci. Che, per altro, si sono prodigati per garantire piena assistenza a bordo delle ambulanze. Sono state allestite delle prese di corrente esterne per l’alimentazione degli impianti elettrici dei mezzi di soccorso, a cui vengono messe a disposizione bombole di ossigeno per i pazienti con insufficienza respiratoria. Un’assistenza outdoor, visto che all’ospedale di spazio non ce n’è più. 

 

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Corriere Adriatico