Il Covid uccide una donna di 41 anni, la neo mamma in Rianimazione si è stabilizzata

Il Covid uccide una donna di 41 anni, tiene duro la neo mamma in Rianimazione
ANCONA - Di Covid si continua a morire. A Torrette, in rianimazione, martedì ha perso la sua battaglia una donna di 41 anni della Valmusone: vaccinata, era afflitta da...

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ANCONA - Di Covid si continua a morire. A Torrette, in rianimazione, martedì ha perso la sua battaglia una donna di 41 anni della Valmusone: vaccinata, era afflitta da altre patologie gravi. Il destino ha riservato una sorte identica a un uomo di 60 anni, non vaccinato, dell’Ascolano. 

Green pass senza scadenza e niente Dad per i vaccinati. Dimezzato il periodo della quarantena

 

La lotta 

Di verso opposto la storia della neomamma di trent’anni, non immunizzata, che il 27 gennaio scorso, intubata, aveva dato alla luce il suo bimbo con taglio cesareo, alla 32esina settimana di gestazione. La giovane, una cinese residente nel Teramano, peggiorata dopo il parto, era stata trasferita dalla rianimazione pediatrica del Salesi nella terapia intensiva di via Conca, dove si oppone agli attacchi della polmonite interstiziale bilaterale da Coronavirus. Il suo quadro clinico, che narra ancora di un’esistenza in equilibrio precario, s’è stabilizzato: resta tuttavia in gravi condizioni. In prognosi riservata è anche il piccino, nato prematuro e non positivo, tenuto in osservazione nella terapia intensiva neonatale del pediatrico. Il piccolo, che pesa di poco più di un chilo, ha bisogno di supporto ventilatorio. Resiste anche lui. 

I numeri

Nelle corsie doriche la pressione non si allenta. Dei 102 posti, convertiti al contenimento della pandemia, agli Ospedali Riuniti ne sono occupati 92. A Torrette 38 contagiati sono seguiti in Malattie infettive, 18 in semintensiva e 22 in rianimazione. Dei cinque positivi passati per il pronto soccorso, due sono in attesa di ricovero. Riprendono a salire i numeri al Salesi dove cinque sono i ricoverati in ostetricia, altrettanti in pediatria, tre in semintensiva e uno in terapia intensiva neonatale. Cifre, queste, che mal si conciliano con il numero dei sanitari che non è mai abbastanza per contrastare la riacutizzazione del virus. Dal 24 dicembre a oggi si contano 383 positivi che sono stati costretti a tenersi lontano dalle corsie, di questi oltre 250 si sono negativizzati. Ne restano fuori ancora oltre 130, una cifra da sommare ai 57 sospesi per mancato rispetto dell’obbligo vaccinale. Si tenta la contromossa con la messa in campo di nuova linfa, 89 infermieri a tempo determinato, per colmare i vuoti. A seguire i ritmi della scansione temporale stabilita dai vertici aziendali, 61 sono già all’opera, altri sei lo saranno entro la fine del mese, gli altri a seguire. Secondo inizi che non bastano mai. 

 

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Corriere Adriatico