Vaccini fasulli: doppia sospensione dell'Asur all'infermiere infedele e alla dottoressa cliente

Vaccini fasulli: doppia sospensione dell'Asur all'infermiere infedele e alla dottoressa cliente
ANCONA - Sospensione dal lavoro e privazione della retribuzione. È il provvedimento preso dall’Asur Marche nei confronti di Emanuele Luchetti, il 50enne infermiere...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

ANCONA - Sospensione dal lavoro e privazione della retribuzione. È il provvedimento preso dall’Asur Marche nei confronti di Emanuele Luchetti, il 50enne infermiere arrestato lunedì dalla Squadra Mobile con l’accusa di aver falsamente vaccinato una sessantina di persone in cambio di soldi. La decisione è stata varata alla luce della maxi inchiesta che ha portato all’emissione di 50 misure cautelari firmate dal gip: Luchetti è finito in carcere, quattro presunti intermediari ai domiciliari e a 45 persone (indicate dalla procura come clienti che avrebbero cercato una scorciatoia per ottenere il Green Pass) è stato notificato l’obbligo di dimora o di presentazione alla polizia giudiziaria.

 

L’altro provvedimento

La sospensione dal servizio è stata anche decisa nei confronti di un’altra indagata e dipendente dell’azienda sanitaria, Area vasta 2. Si tratta della dottoressa Maria Grazia Papponcini, 60enne residente a Montemarciano. Stando all’ipotesi accusatoria, rientra nel nucleo delle 45 persone per cui sarebbe avvenuta la simulazione vaccinale. La Squadra Mobile indica la presenza della dottoressa all’hub del Paolinelli il 2 dicembre. Stando alle dichiarazioni di Luchetti, intercettate dal medico Carlo Miglietta, la donna – addetta al rilascio del ricettario rosso – avrebbe ricevuto un trattamento di favore (per la procura apparentemente non avrebbe versato alcuna somma) «perché può sempre tornare utile». Papponcini è stata colpita dalla misura cautelare dell’obbligo di dimora. Risulta assente dal servizio «senza alcuna causale giustificativa dal giorno 10 gennaio, atteso che, peraltro, non risulta pervenuto all’ufficio alcun giustificativo a partire da tale data». Stesso discorso per Luchetti, impiegato anche come infermiere al Centro di Salute Mentale. In entrambi i casi, la sospensione dal servizio, partita a decorrere dal 10 gennaio, è valida «per tutta la durata dello stato restrittivo della libertà».
L’Asur, inoltre, nel documento istruttorio afferma di riservarsi sulla predisposizione degli eventuali procedimenti disciplinari nei confronti dei due dipendenti. Va precisato che durante il periodo di sospensione, a entrambi verrà corrisposta un’indennità pari al 50% dello stipendio tabellare. Provvedimenti interni a parte, continua ad essere caldo il fronte dell’inchiesta. Un’inchiesta che potrebbe presto allargarsi, anche alla luce degli interrogatori resi da Luchetti: giovedì davanti al gip Carlo Masini, venerdì di fronte al pm Ruggiero Dicuonzo. L’obiettivo degli inquirenti è dare un nome e un ruolo alle persone ancora in fase di identificazione, che sarebbero entrate all’interno della messinscena dei vaccini bluff. Clienti, ulteriori canali di approvvigionamento di no vax, ma anche persone a conoscenza delle simulazioni che avvenivano al Paolinelli. E soprattutto dei gruzzoletti ammucchiati da Luchetti, non certo indifferenti dato che, in una conversazione intercettata il 9 dicembre, una sua amica esclama ridendo: «Penso che manco Lapo Elkann». 

Il denaro 

Un’affermazione che arriva dopo uno scambio di battute sul rinvenimento, sotto il sedile dell’auto dell’infermiere, di una cassetta. Presumibilmente, contiene soldi: «non so ‘ndo metteli», «te te li porti in qualche maniera, me fai sta gentilezza» dice Luchetti. La risposta: «non c’è problema, te gli fai le fascettine dell’importo, gli fai la foto e metti in cassaforte ok?». Il giorno dopo, sempre all’amica: «volevo passare da te per lasciarti un po’ di roba, per non portarmela in giro capito?»; «lasciarla sempre in macchina, sai…». «Ma da quanto tempo è che sta in macchina?», «tre mesi, due mesi, toh». 

Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico