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ANCONA - Il bollettino dei ricoveri è da fiato sul collo. Gli Ospedali Riuniti da giorni sono a quota 100, a un passo dal punto di saturazione, fissato a 118 posti-Covid. A Torrette ieri la rianimazione contava 17 postazioni occupate su 19; la semintensiva 20, ed era al completo; per i ricoveri ordinari, 58 i letti presi, c’erano ancora sei possibilità.
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Al Salesi l’unica terapia intensiva disponibile era impegnata per monitorare la trentenne, alla ventitreesima settimana di gravidanza, ricoverata per un’insufficienza respiratoria da polmonite. Con lei erano in tutto cinque i pazienti Covid assistiti all’ospedale pediatrico.
E non rientra l’allarme rosso dei contagi interni.
L’allarme si propaga anche al di fuori del quartier generale sanitario alle porte di Ancona. La fiammata pandemica ha investito la Residenza Conero, quella che sulla via Flaminia erano gli ex Anni Azzurri: sono circa 45 gli ospiti infettati, per quattro dei quali è stato già organizzato il trasporto a Torrette. Nonostante l’intervento di sostegno dell’Usca, le Unità speciali di continuità assistenziale, nelle prossime ore verranno pianificati altri trasferimenti in strutture convertite al Coronavirus che, sempre in quella struttura protetta, non ha risparmiato 15 operatori sanitari. Ancora in emergenza stretta il Gerundini di Falconara. Altri tre infettati, ieri, sono stati affidati all’assistenza degli Ospedali Riuniti.
La fiammata non si placa, così come il controcanto dei vaccini. Sempre due turni, ancora quattro équipe di medici e infermieri, 252 dosi somministrate anche ieri. A Torrette oggi sarà l’ultima data aperta. Poi da domani dovrebbe iniziare, con l’arrivo all’aeroporto di Falconara del nuovo carico, il girone di ritorno. Il secondo step - perché la sostanza Pfizer-Biontech prevede un richiamo tra il 18esimo e il 23esimo giorno dalla prima somministrazione - dovrebbe concludersi entro il 9 febbraio.
Un passo indietro per arrivare al dato tendenziale. Venerdì erano 3.000, tra dipendenti e lavoratori della ditte esterne, coloro che erano passati attraverso la prima fase dell’operazione immunizzazione. Oggi si dovrebbe arrivare a poco più di 3.500, al di sotto del traguardo dei 4.000 che s’erano prefissi i vertici dell’azienda ospedaliera. S’accelera fin che si può al quinto piano del corpo C, nei locali ancora vuoti destinati al centro Nemo, eccellenza per la cura delle malattie neuromuscolari. Si continua a far girare veloci gli ingranaggi vaccinali nei quali, finora, ha deciso di entrare l’80% dei medici e il 75% tra infermieri e operatori sanitari. Si corre, col fiato sul collo.
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Corriere Adriatico