Ancona, per il consulente della difesa Tagliata non può restare in carcere

Per lo psichiatra Antonio Tagliata deve uscire dal carcere
ANCONA - Forse Antonio Tagliata non era nel pieno possesso delle sue facoltà mentali quando ha aperto il fuoco contro i genitori della fidanzatina 16enne. Il suo...

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ANCONA - Forse Antonio Tagliata non era nel pieno possesso delle sue facoltà mentali quando ha aperto il fuoco contro i genitori della fidanzatina 16enne. Il suo profilo psicologico merita un accurato approfondimento, ma non è in carcere che si potrà stabilire se il ragazzo sia capace di intendere e di volere. E' il parere clinico del professor Gabriele Borsetti, perito per conto della difesa del ragazzo, che insieme alla psicologa forense Elisa Gervasi ha scandagliato nella mente del killer per capire cosa abbia scatenato in lui la furia omicida, in quel tragico 7 novembre 2015, quando ha premuto il grilletto e ucciso Roberta Pierini e Fabio Giacconi nel loro appartamento di via Crivelli, per poi scappare insieme alla loro figlia minorenne, accusata di duplice omicidio in concorso.

"Vi sono elementi che inducono a valutare la necessità di un approfondimento", spiega lo psichiatra nella perizia consegnata all'avvocato Luca Bartolini e depositata in Procura. Aspetti che andranno analizzati con più accuratezza per stabilire se, come suppone la difesa, il 18enne non fosse nel pieno possesso delle sue facoltà quando ha sparato. Ma non è in carcere, secondo il consulente di parte, che lo si potrà accertare.  E' preferibile - viene spiegato nella perizia - un contesto meno condizionante rispetto alla cella, dove è difficile sostenere un colloquio che rispetti tutte le caratteristiche di un setting clinico. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico