Conerobus, buco da 4,5 milioni: «Servono i ristori del governo»

Conerobus, buco da 4,5 milioni: «Servono i ristori del governo»
ANCONA Serve un’iniezione di liquidità per risanare il bilancio di Conerobus, in sofferenza di 4,5 milioni di euro. Il presidente Muzio Papaveri si aggrappa alla...

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ANCONA Serve un’iniezione di liquidità per risanare il bilancio di Conerobus, in sofferenza di 4,5 milioni di euro. Il presidente Muzio Papaveri si aggrappa alla speranza dei ristori previsti dal governo per tutto il settore del trasporto pubblico locale, fortemente penalizzato dagli anni della pandemia e poi dal forte rincaro dei carburanti. «Ci sono dei nuovi contributi che dovrebbero arrivare da Roma - afferma Papaveri -, ma non conosco la cifra». La manovra di salvataggio, infatti, è stata programmata, ma i fondi non sono ancora stati stanziati. 

 


La preoccupazione 

Intanto il sindaco Daniele Silvetti, appena insediato, ha subito messo in agenda un incontro con il presidente di Conerobus. Ma nel frattempo si è confrontato con l’assessore regionale al Trasporto pubblico, Goffredo Brandoni. «Abbiamo fatto il punto della situazione - spiega Silvetti - che tra l’altro è allarmante». A preoccupare il sindaco è prima di tutto «il bilancio - afferma -, il cui appianamento delle perdite non potrà prescindere da un piano industriale di rilancio dell’azienda». Papaveri è al lavoro per redigere «il nuovo piano industriale da presentare al sindaco - specifica - alla luce degli stravolgimenti epocali che abbiamo vissuto». Già, perché la partecipata ha dovuto mettere mano al documento più volte in questi anni, correggendo la rotta di volta in volta.

Gli ostacoli 

«È normale che il piano industriale venga rivisto alla luce della crisi che c’è - tiene a sottolineare il presidente di Conerobus -: un conto è il piano in tempo Covid, un altro quello per far fronte alla crisi energetica. Attuare delle variazioni è stato quanto mai necessario». Papaveri, infatti, ha più volte rimarcato che l’origine di tutti i mali sia stata la pandemia che, tra riduzione dei carichi di passeggeri, diminuzione della frequenza delle corse e limitazioni varie, ha assestato un duro colpo all’azienda. E quando l’incubo sembrava terminato, è arrivata la guerra in Ucraina con tutti gli effetti ben noti su inflazione, aumento dei costi del carburante. Una tempesta perfetta che ha provocato un minore ingresso di soldi e una spesa corrente più alta dovuta al costo del gasolio. Ma per il sindaco non sono solamente questi i nodi da sciogliere.

La scadenza 

L’incarico di Papaveri ha scadenza nel 2025. Silvetti, durante la sua campagna elettorale, è stato molto critico rispetto al modello di conduzione dell’azienda da parte dell’amministratore. «Il problema non è solo il bilancio - specifica il sindaco -, ma riguarda anche la gestione del personale, la programmazione delle corse, la manutenzione degli automezzi e la razionalizzazione dei servizi interni». Nel dettaglio: «Ci sono corse che non hanno la redditività che si immaginava - incalza Silvetti -, e poi bisogna risolvere una volta per tutte il problema del mancato pagamento delle corse da parte di certi utenti».

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Corriere Adriatico