Il vecchio faro del Cardeto rimane al buio: va deserta la gara per la concessione

Il vecchio faro del Cardeto rimane al buio: va deserta la gara per la concessione
ANCONA - Buio pesto per il vecchio Faro del Cardeto. È andato infatti deserto il bando pubblicato dall’Agenzia del Demanio nell’ambito del programma Valore...

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ANCONA - Buio pesto per il vecchio Faro del Cardeto. È andato infatti deserto il bando pubblicato dall’Agenzia del Demanio nell’ambito del programma Valore Paese Italia. A dicembre era stato pubblicato l’avviso per la concessione di valorizzazione della struttura del Cardeto e le offerte potevano essere presentate entro il 19 maggio.

 

Ma il giorno successivo la commissione di gara, insediatasi alla Direzione regionale dell’Agenzia del Demanio, non ha potuto far altro che prendere atto che «non sono pervenuti plichi. Non essendo pervenuta nessuna offerta - si legge nel verbale pubblicato nei giorni successivi - la procedura di gara viene dichiarata deserta». 

I blitz

E così il vecchio Faro ottocentesco continuerà a rimanere nell’abbandono. A renderlo vivo nelle settimane scorse ci hanno pensato i ragazzini impegnati a divertirsi a bivaccare sul tetto pericolante dell’ex casa del fanalista, a rischio crollo. La nuova gara di concessione (da un minimo di 6 a un massimo di 50 anni, canone minimo 212,74 euro) era stata decisa una volta decaduta la proposta avanzata a gennaio 2018 dalla società Artingegneria che puntava a far rinascere il faro come ristorante “emozionale”, con piatti gourmet e viste mozzafiato. Idea rimasta sulla carta. 

Il bar

Così come è rimasto a metà la rivitalizzazione del bar ai piedi del Faro. Riaperto nel 2018, il locale aveva subito un brusco stop l’anno successivo sia per la caduta massi all’arco del belvedere, sia per un’intricata vicenda burocratica. Solo ad affidamento avvenuto, infatti, era emerso che il chiosco sorgeva su un terreno di proprietà della Marina Militare. Poi la pandemia aveva oscurato qualsiasi ipotesi alternativa. E così ora ai piedi del Faro non resta che la sbiadita targa che ricorda l’esperimento qui effettuato da Guglielmo Marconi nel 1904. Così come sono un lontano ricordo impresso in qualche fotografia le visite dopo la ristrutturazione del 2000. Grazie all’opera dei volontari del circolo dorico di Legambiente in quattro anni il Faro era stato visitato da migliaia di cittadini e turisti. Ma era bastata la rottura di un gradino della scalinata interna per sbarrare l’accesso alla struttura da cui si gode un panorama mozzafiato sul golfo di Ancona. Oblio destinato a perpetuarsi in assenza di una busta con un nuovo futuro per il vecchio Faro del Cardeto.

 

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Corriere Adriatico