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ANCONA - Semaforo arancione. Il commercio riparte, ma lentamente. Del resto cosa si poteva chiedere ancora a questo 2020 disgraziato? Non molto, in verità. Il 31 dicembre l’Italia si tingerà nuovamente di rosso, e non sarà quello propiziatorio della biancheria intima, ma quello desolante del lockdown. Addio a cenoni al ristorante e party in discoteca. Addio a feste in piazza e conti alla rovescia scanditi insieme a parenti ed amici. A casa massimo due ospiti, che in assenza di letti in più dovranno andare via prima delle dieci, neanche fossero i cugini sfortunati di Cenerentola.
E allora che bisogno c’è di acquistare un capo di abbigliamento elegante, un accessorio all’ultima moda, un gioiello prezioso, se non c’è nessuno da cui farsi ammirare, da stupire, da sedurre? Risultato: la libertà ritrovata ieri mattina si è tradotta in non più che un leggero passeggio lungo la spina dei corsi e i negozi sono stati presi di mira soltanto per effettuare il cambio o la sistemazione di qualche monile o capo di vestiario ricevuto in regalo a Natale. «Per ora contiamo solo resi – riferisce Laura Cesaroni del negozio di abbigliamento femminile Gotan -, non tanti, segno che in generale i regali sono piaciuti. Ma questi giorni non mi aspettavo nulla di eclatante. Magari ci sarà qualcuno che deciderà di comprare qualcosa di luccicoso per la sera dell’ultimo dell’anno. Col venire meno di tutte le occasioni conviviali, però, i numeri saranno minimi».
Anche Mauro Caraffa della Gioielleria Novecento non si fa illusioni: «Non vedo tutta questa propensione all’acquisto. Le feste sono fatte per ritrovarsi con parenti e amici. Se la gente non può stare insieme si demoralizza. Senza contare che la pandemia ha aggravato i problemi economici di un ceto medio già provato dalla crisi». Qualcuno potrebbe obiettare che ieri mattina lungo il corso c’erano diverse persone con buste in mano. A ben guardare, però, si trattava spesso di buste con i loghi dei negozi nei quali le persone si accingevano ad entrare. Quindi si può facilmente dedurre che contenessero merce da cambiare. Non sempre, però. Specie quelle in mano a giovani e giovanissime. Costoro, libere dalla scuola, sono state le uniche a concedersi qualche piccolo sfizio. Un completino intimo a poco prezzo, un braccialettino di bigiotteria, magari comprati con il soldino consegnato loro dalla nonna che sotto Natale non è potuta andare in giro a fare acquisti. E poi ci sono i regali fuori tempo massimo. Quelli di chi ha pensato: a Natale certi parenti o amici non riesco a vederli, tanto vale i regali comprarglieli dopo con calma. «Per noi questi sono tradizionalmente giorni statici – fa sapere Giovanni Molinari di Twins -, pur vendendo prodotti di fascia medio alta, si tratta sempre di abbigliamento sportivo, che non si indossa in occasioni come l’ultimo dell’anno. Però non escludiamo possano arrivare regali dell’ultimo minuto». Chi invece sul Capodanno un po’ ci puntava è Andrea Masini della boutique Ramas: «Negli anni scorsi questi erano giorni in cui si lavorava bene. I cenoni portavano con sé la voglia di presentarsi con un vestito diverso da quello di tutti i giorni. Venendo a mancare faccio fatica a pensare che si possa vendere qualcosa in vista dell’ultimo dell’anno».
Perciò già ci si proietta verso il 2021, anche se con sentimenti diversi. «La buona notizia, se confermata, è che hanno spostato la data dei saldi, anche se per me arrivano ancora troppo presto – sostiene Masini -.
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Corriere Adriatico