ANCONA - Otto chili di cocaina sequestrati, due persone arrestate. Il progetto Miti 4, controlli a 360 gradi ccordinati dal questore di Ancona Pallini, fa segnare ottimi...
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Territorio dunque sorvegliato speciale. Il risultato più eclatante sono i chili di droga sequestrati e i due arresti. Venerdì (10 luglio 2020) attorno alle 13.30 gli agenti della squadra mobile di Ancona si sono inospettiti per la presenza di una Seat Altea XL con targa polacca, con un uomo al volante, che girava continuamente per le strade di Senigallia. Alla fine, coordinati dalla centrale operativa della questura, gli agenti della squadra mobile hanno deciso di intervenire. L'auto è stata bloccata nel piazzale di una ditta lungo la strada Arceviese, dove il conducente albanese veniva raggiunto da un operaio della stessa nazionalità.
Dall'auto e dai due uomini, la perquisizione si è estesa alla casa dell'operaio. Il fiuto dei poliziotti si era rivelato giusto: hanno trovato 8 chilogrammi di cocaina (7 panetti da kg 1,150 circa l’uno) nascosti dentro un doppio fondo realizzato sotto i sedili posteriori e sotto il bagagliaio dell’auto, condotta da I.T. classe ‘77 che veniva aperto da un dispositivo elettrico costruito ad hoc ed azionabile dall’accendisigari.
Insieme allo stupefacente venivano rinvenuti, sempre nel doppio fondo, 5.000 euro in contanti, piú altri 1.300 euro il conducente li teneva in tasca, nonché tre telefoni cellulari e un navigatore.
La perquisizione domiciliare a casa dell’operaio albanese, a Senigallia, J.M. classe '83, hanno portato al ritrovamento di 5000 euro in contanti, che il 37enne teneva in tasca, e di altri 10.000 euro nascosti in una intercapedine all’interno dell'abitazione, dove l’uomo vive con la famiglia. Inoltre veniva rinvenuto un dispositivo elettronico utilizzato per individuare le microspie. Lo stupefacente, una volta tagliato e, quindi, triplicato nel peso, avrebbe fruttato circa un milione di euro.
Per i due è così aperto il cancello del carcere di Montacuto dove sono reclusi a disposizione della procura di Ancona che ccordina l'inchiesta. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico