Cassa integrazione in flessione nella provincia di Ancona

Cassa integrazione in flessione nella provincia di Ancona
ANCONA - Oltre un milione di ore di cassa integrazione richieste e autorizzate nel mese di febbraio in provincia di Ancona: 691 mila di CIG ordinaria, 404 mila di CIG...

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ANCONA - Oltre un milione di ore di cassa integrazione richieste e autorizzate nel mese di febbraio in provincia di Ancona: 691 mila di CIG ordinaria, 404 mila di CIG straordinaria e circa duemila ore di cassa in deroga.


E’ quanto emerge dai dati resi noti dall’INPS ed elaborati dall’IRES CGIL Marche. Rispetto a febbraio 2014 emerge un calo della CIG complessiva del 5,3%.



Nei primi due mesi del 2015 sono stati richiesti e autorizzati complessivamente 2,3 milioni di ore di CIG, inferiori ai valori del 2014 per lo stesso periodo (-24,6%) come conseguenza di un calo di tutte le tipologie di CIG. Osservando le singole tipologie di cassa integrazione per i primi due mesi del 2015 si rilevano le seguenti tendenze:  le ore di Cassa integrazione ordinaria nel 2015 sono pari a 944mila e registrano una diminuzione rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (-19,8%), che interessa tutti i principali settori.



Fanno eccezione il mobile ed il calzaturiero: la CIG ordinaria del mobile passa da 10mila a70mila ore; nel calzaturiero si passa da 500 ore a 21mila.  le ore di Cassa integrazione straordinaria ammontano a 850mila, con una riduzione del 28,9% rispetto al 2014. Significativo, tuttavia, è l’incremento nel settore del calzaturiero: +78% (55mila ore nel 2015).  Il ricorso alla Cassa integrazione in deroga è pari a 592mila ore, in calo rispetto allo stesso periodo del 2014 del 25,4%; si evidenziano comunque gli aumenti nei settori del mobile (+50,2%, 29mila ore nel 2015), della meccanica (+75,3%, 151mila ore nel 2015) e della chimica (10mila ore nel 2015, il doppio del 2014).



 “E’ un dato troppo congiunturale per affermare che si è fuori dalla crisi – dichiara Vilma Bontempo, segretaria Cgil Ancona - ; comunque è una situazione che ci fa ben sperare almeno per quelle aziende che hanno un mercato internazionale e che stanno dimostrando di cogliere le opportunità offerte dal cambio favorevole ma siamo ben lontani da una ripresa dell’occupazione”.



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Corriere Adriatico