ANCONA - Era iniziato tutto come un gioco tra ragazzini nato sulla chat di una community web. Lui si era presentato alla sua interlocutrice come un ragazzino di 13 anni. Lei,...
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Dopo il contatto, in un primo momento i due avrebbero parlato tramite la piattaforma online. Poi, da quanto emerso dalla indagini, ci sarebbe stato lo scambio dei numeri di cellulare e l’avvio di una conversazione su WhatsApp basata non tanto sulle parole, ma su immagini a sfondo erotico. Quelle che i due – con la complicità di un’amichetta coetanea della bimba – si sarebbero inviati ritraendosi in atteggiamenti intimi. Per l’accusa, lui avrebbe compiuto il primo passo, per poi indurre la sua interlocutrice a fare altrettanto fino alla scoperta del giro di foto da parte della mamma della minore. Dopo la denuncia, c’era stata l’apertura dell’inchiesta in mano alla Polizia postale che aveva stretto il cerchio attorno al ragazzo romano, finito in tribunale con la duplice accusa di pornografia minorile, per aver indotto la bambina a produrre materiale osceno, e corruzione di minore, per aver mostrato alla vittima foto dal contenuto pornografico.
Ieri, il suo percorso giudiziario – almeno quello di primo grado – è finito con una condanna a dieci mesi di reclusione. Una sentenza soft se si considera l’impianto accusatorio montato dal pm Ruggiero Dicuonzo che aveva chiesto una pena di 6 anni e mezzo per il 26enne. Il divario è da attribuire a diversi fattori. Intanto il riconoscimento del vizio parziale di mente dell’imputato. La seminfermità mentale al momento dei fatti è stata avvalorata a seguito di alcuni accertamenti medici fatti svolgere da un perito della difesa che avrebbe constatato nell’imputato un disturbo della personalità. Inoltre l’accusa più grave, la corruzione di minore, è stata derubricata in un’ipotesi più lieve. E l’imputato è stato giudicato colpevole di pornografia minorile ma in continuazione. Alla madre della bimba, costituitasi parte civile, andrà un risarcimento danni di 10 mila euro. Era di 30 mila la somma richiesta all’inizio del procedimento. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico