ANCONA - Chef stellati Michelin per preparare pasti destinati ai pazienti oncologici degli Ospedali Riuniti di Ancona. È un obiettivo del progetto più ampio...
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Scelta di ingredienti di qualità, in particolare prodotti bio senza pesticidi, giusta consistenza del cibo, non bruciare le pietanze, pesare il sale: sono le regole per preparare un pasto corretto. Sarebbe bene anche ridurre il consumo di carne, ha ricordato Cedroni, aumentare quello di pesce, di verdure come verze e cavolfiori, e scegliere grani antichi non geneticamente modificati. Lo chef si è concentrato sui malati terminali: «Vorrei portare un pochino della gioia del cibo in quei momenti. Cambia la forma del cibo ma non i contenuti: molte volte le 'sacchè hanno contenuti non di qualità o non completano i cattivi sapori che si hanno dopo certe cure.
Se in bocca c'è un sapore metallico o amaro, stiamo attenti a ciò che somministriamo ai pazienti, altrimenti, invece di dare gioia provochiamo un doppio dolore». L'iniziativa, ha spiegato la professoressa Rossana Berardi, direttrice della Clinica di Oncologia, «è educazionale, finalizzata in particolare a insegnare agli operatori sanitari a gestire una corretta alimentazione del paziente oncologico nonché la grande problematica del dolore oncologico».
Nel progetto rientrano varie iniziative, come la formazione nelle scuole con l'Istituto Alberghiero di Senigallia. L'8 maggio ci sarà un cooking show con lo chef Uliassi. «Crediamo - ha aggiunto Berardi - che la cura passi non solo attraverso le migliori terapie farmacologiche ma anche per l'integrazione con altre progettualità che possano aiutare i pazienti a prevenire recidive e a gestire gli effetti collaterali delle terapie». «Genetica, servizio sanitario, ambiente, stile di vita e comportamenti alimentari - ha osservato Michele Caporossi, direttore generale degli Ospedali Riuniti - sono fattori determinanti per la salute. Il progetto, ha aggiunto, »è rivolto a tutta la rete sanitaria che vuole crescere per dare un segnale chiaro: anche se si sta male, si può vivere bene«. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico