Casa in eredità, la discussione poi la furibonda lite con la sorella: «Sfascio tutto»

Casa in eredità, la discussione poi la furibonda lite con la sorella: «Sfascio tutto»
ANCONA -  «Ho dovuto chiedere aiuto a uno psicologo perché non dormivo più: mia sorella ha minato la sicurezza della mia famiglia e quella di nostra...

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ANCONA -  «Ho dovuto chiedere aiuto a uno psicologo perché non dormivo più: mia sorella ha minato la sicurezza della mia famiglia e quella di nostra madre, novantenne e non vedente». Con la voce rotta dall’emozione, una 60enne anconetana - assistita dall’avvocato Jacopo Saccomani - ieri ha ripercorso in tribunale l’incubo vissuto nel novembre 2018 quando la sorella 59enne, il marito 64enne e il figlio 30enne, residenti ad Osimo e difesi dall’avvocato Dino Latini, in tre episodi avrebbero tentato di entrare con la forza e con le minacce nell’abitazione di piazza Sangallo, ad Ancona, dove la vittima vive con il figlio, il marito e la madre invalida. Motivo della discordia era proprio quell’immobile, oggetto di una causa di successione dopo la morte del proprietario.

 

Secondo l’accusa, l’imputata, insieme al marito e al figlio, pretendeva di farsi giustizia da sé, entrando nell’abitazione con le chiavi, che possedeva legittimamente, per controllare la sorella, forse sospettando che potesse strumentalizzare l’anziana madre. Una vera e propria irruzione in casa non c’è mai stata, dal momento che gli inquilini ogni volta si sono barricati, serrando la porta con il chiavistello e chiamando le forze dell’ordine.

«Ma la paura è stata tanta - ha raccontato in aula la vittima -. Una sera mi sono affacciata e ho sentito gli improperi. Mia sorella era fuori di sé e urlava: «Entro e sfascio tutto, maledetti! Vedrai cosa vi succederà d’ora in poi». Versione confermata dalla figlia che studia in un’altra città ma in occasione del terzo episodio si è precipitata ad Ancona: «Mamma e nonna piangevano e avevano paura ogni volta che sentivano un rumore - ha riferito al giudice - perché temevano la reazione aggressiva di mia zia». Nell’udienza del 19 giugno verranno ascoltati l’anziana e i testimoni dei tre imputati, accusati in concorso di esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza su cose e persone. 

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Corriere Adriatico