Carnevale, in 5mila alla festa, il sindaco Silvetti per il salto di qualità: «Ora il commercio ci segua»

La città ha risposto, ma ancora troppi locali chiusi. Il sindaco: «Serve un impegno extra»

Carnevale, in 5mila alla festa, il sindaco Silvetti per il salto di qualità: «Ora il commercio ci segua»
ANCONA - La carica dei 5mila. Centinaia in maschera. L’evento firmato dalla nuova amministrazione comunale ha fatto centro. Non che prima fosse un flop, va detto. Dal...

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ANCONA - La carica dei 5mila. Centinaia in maschera. L’evento firmato dalla nuova amministrazione comunale ha fatto centro. Non che prima fosse un flop, va detto. Dal “Carnevalò” della Mancinelli al “Carnevale di Ancona” di Silvetti cambia il nome. La riuscita, più o meno, si equivale. Ma anche un altro elemento segna una certa continuità, e non è un punto a favore. È bastato mescolarsi tra i tanti presenti per rendersi conto di un potenziale ancora inespresso: quello dell’accoglienza.

 

La scelta

Lungo il Corso le vetrine erano illuminate in fase alternata: una sì, una no, tre sì, due no. Una scelta democraticamente trasversale che ha colpito un po’ tutte le tipologie di esercizi, dai bar alle boutique d’abbigliamento e negozi di altro genere. Aperte, come era facile aspettarsi, tutte le grandi catene. Un vecchio refrain. Ne abbiamo parlato abbondantemente sulle pagine del nostro giornale, ma non ci stancheremo mai di evidenziarlo: se si vuole fare il grande salto in ambito turistico, allora bisogna rivedere la strategia dell’accoglienza. Non è possibile che le aperture, proprio durante le grandi occasioni, siano lasciate alle valutazioni del singolo esercente, restituendo così alla città un’immagine di ospitalità a macchia di leopardo.

Il patto

Il sindaco Daniele Silvetti auspica «un patto forte con le associazioni di categoria per far capire ancor di più ad ogni operatore quante potenzialità ha la città in termini di turismo, intrattenimento ed eventi e quanto sia necessario l’impegno di tutti oltre l’ordinario». Uno sforzo che potrebbe far fare il salto di qualità. Il corteo in maschera si è dato appuntamento alle 15,30 in piazza del Papa. Tutto chiuso. Il salotto della movida si accende alle 18, anche la domenica. Ma se ci fosse stato un coordinamento tra organizzazione e categorie, probabilmente qualcuno sarebbe rimasto aperto dall’ora di pranzo per dare un servizio in più. Un’opportunità persa. Lanciando poi lo sguardo sulle due sponde del Corso, è subito saltato all’occhio l’effetto scacchiera: come in una pedana della dama, ci si poteva muovere tra gli spazi neri e bianchi alternati. Un’insegna illuminata, l’altra spenta. Una accesa e una spenta. E così via.

La visione

In mezzo, un fiume di persone. La vera novità rispetto alle precedenti edizioni: la gara delle maschere. Il Carnevale per e degli anconetani, aveva annunciato l’assessore ai Grandi eventi, Angelo Eliantonio. Detto, fatto. Ma l’assessore, a cui va il plauso per la riuscita dell’evento, tra le deleghe ha anche il Commercio. Nell’ottica di costituire la Consulta di settore, si dovrebbe avviare un’interlocuzione per rivedere le aperture commerciali in occasione di appuntamenti di grande richiamo. Del resto il progetto di città messo in campo dall’Amministrazione comunale ha per titolo: La Grande Ancona. «È in gioco non solo il dato economico - ha aggiunto Silvetti -, già in forte crescita secondo i nostri indici, ma anche quello identitario della città». L’avvio per raggiungere il traguardo, almeno in ambito eventi, è stato imboccato nel migliore dei modi. Bisogna, però, aggiustare il tiro. Tra l’altro manca poco più di un mese all’inaugurazione della nuova stagione crocieristica. Per quel momento bisognerà farsi trovare con un progetto di accoglienza ben delineato. Dal palco di piazza Cavour, anche ieri, l’Amministrazione ha festeggiato un successo. Ma spenti i riflettori, le migliaia di presenze si sono dissolte tra le luci di una città illuminata a senso alternato. Qualche insegna sì, e qualche altra no.

 

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Corriere Adriatico