Ancona, minorenne insulta i carabinieri e poi tenta anche di investirli

Ancona, minorenne insulta i carabinieri e poi tenta anche di investirli
ANCONA - Parole grosse e isulrti nei confronto dei carabinieri dopo essere stato sorpreso a guidare senza patente. Per le accuse di oltraggio, resistenza a pubblico ufficiale e...

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ANCONA - Parole grosse e isulrti nei confronto dei carabinieri dopo essere stato sorpreso a guidare senza patente. Per le accuse di oltraggio, resistenza a pubblico ufficiale e guida senza patente, il tribunale dei minorenni di Ancona ha condannato un ragazzo di origine rom a cinque mesi di reclusione per i reati commessi in continuazione tra loro. Il fatto contestato al giovane, diciassettenne al momento dei fatti, risale a giugno 2013.




Il ragazzo stava guidando l'utilitaria della madre nella zona di Castelferretti, in compagnia della donna, pur essendo sprovvisto di patente. L'auto venne incrociata da una pattuglia dei carabinieri che, sospettata la minore età del ragazzo, l'avevano poi fermata per controllare la regolarità dei documenti di guida. Nel momento in cui i militari chiesero conto della patente al conducente, questi avrebbe dato in escandescenze, dando fondo a quante prospettazioni nefaste conosceva nei confronti dei malcapitati carabinieri. "Potesse crollarvi addosso la caserma" e ancora "morirete di tumore". Queste alcune frasi che il giovane avrebbe rivolto ai militari, infuriato per l'accertamento a sorpresa arrivato forse durante una lezione di 'scuola guida', nonostante lui non fosse ancora maggiorenne. Una vicenda da cui è scaturita anche l'accusa di resistenza a pubblico ufficiale contestata nel processo: secondo la ricostruzione accusatoria, l'allora diciassettenne non avrebbe acconsentito a mostrare i documenti per l'identificazione. Il giovane, ora diciannovenne, difeso dall'avvocato Linda Cavalieri, ha sempre negato di aver proferito quelle parole offensive e ha sostenuto l'insussistenza dei reati contestati con l'eccezione della guida senza patente.



Una circostanza non da poco che comportò, da parte delle forze dell'ordine, il sequestro dell'auto. E forse fu questa sanzione, più di altre questioni, probabilmente, a far infuriare il ragazzo. In quei frangenti, secondo quanto poi riferirono i presenti a quel rovente accertamento, il diciassettenne non avrebbe lesinato improperi e 'maledizioni', augurando malattie mortali e anche il crollo del tetto della caserma addosso ai carabinieri che poi 'verbalizzarono' il tutto. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico